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Pippo Delbono, La gioia (foto Luca Del Pia)
Compagnia Pippo Delbono

La gioia

14 ottobre 2024, ore 21

Potenza, teatro F. Stabile

da 8 a 15 euro [acquista online]

Uno spettacolo di Pippo Delbono. Con Dolly Albertin, Gianluca Ballarè, Margherita Clemente, Pippo Delbono, Ilaria Distante, Mario Intruglio, Nelson Lariccia, Gianni Parenti, Pepe Robledo, Grazia Spinella e con la voce di Bobò. Composizione floreale Thierry Boutemy. Musiche Pippo Delbono, Antoine Bataille, Nicola Toscano e autori vari. Luci Orlando Bolognesi. Costumi Elena Giampaoli. Personale tecnico in tournée Orlando Bolognesi (luci), Manuela Alabastro (suono), Enrico Zucchelli (scena), Carola Tesolin (costumi). Responsabile di produzione durante il processo creativo Alessandra Vinanti. Organizzazione in produzione Silvia Cassanelli. Organizzazione Davide Martini. Assistente di produzione Riccardo Porfido. Direttore tecnico tournée Fabio Sajiz. Produzione Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale (Italia). Coproduzione Théâtre de Liège (Belgio), Le Manège Maubeuge - Scène Nationale (Francia). Foto © Luca Del Pia. Si ringraziano Enrico Bagnoli, Jean Michel Ribes, Alessia Guidoboni assistente di Thierry Boutemy e Théâtre de Liège per i costumi.

pippodelbono.it

Ho scelto di intitolare questo mio nuovo spettacolo “La gioia”, una parola che mi spaventa, che mi ricorda immagini di famiglie felici, bambini felici, paesaggi felici. Tutti morti, tutti finti. Ero partito da “La morte di Ivan Il'ič” di Lev Tolstoj: in questo racconto il personaggio principale, nei suoi ultimi attimi di vita, ripercorre la sua esistenza e tutti i periodi più tristi della sua vita con uno sguardo nuovo carico di pace e dolcezza. Questo è stato il punto di partenza. Più tardi questo percorso ha preso altre strade.
La gioia è l’ultima tappa di un cammino che sto facendo da più di 20 anni con la mia Compagnia. Questa mia Compagnia che è nata da incontri. Con attori, danzatori, ma soprattutto con persone. Che provengono da luoghi diversi della vita. Penso soprattutto a Bobò, recentemente scomparso, che è stato 47 anni in un manicomio. Sordomuto, analfabeta. Che è diventato il protagonista assoluto di tutti i miei spettacoli, di tutti i miei film e delle mie opere liriche, a cui è stata dedicata una grande retrospettiva al Centre Pompidou di Parigi. Un uomo che ha rivoluzionato i linguaggi del teatro. Il suo essere diverso ha contaminato fortemente il mio lavoro. E questo spettacolo è il cuore di questa storia.
In questo spettacolo Bobò porta il circo, porta quell’innocenza. Porta, come dico nello spettacolo, il segreto profondo del teatro. E poi ci sono gli altri. C’è Nelson, che ho conosciuto per le strade di Napoli quando era un barbone. C’è Gianluca, il ragazzo down che da tanti anni lavora con me nella mia Compagnia. E poi tutti gli altri, che hanno seguito insieme a me da più di 20 anni questo mio cammino.
La gioia io lo chiamo anche un cammino verso la gioia: è uno spettacolo che attraversa il dolore, la lotta per cercarla, quella gioia.
In questo spettacolo sono ritornato come nei miei primi di lavoro in uno spazio vuoto, più essenziale, più povero. Che viene via via coperto di elementi, che ci portano in altri luoghi, come fossero le stagioni di un tempo che passa. Così nello spettacolo a un certo punto dico a Gianluca, che porta in quel momento il segno poetico del circo: il dolore passerà, la tristezza passerà, e tornerà la gioia.
C’è un po' tutta la storia di questa mia Compagnia in questo spettacolo. E l’incontro con loro, con queste persone. È uno spettacolo sull’incontro. Un attraversamento della follia. Mia, nostra, e del nostro tempo.
In questa follia di questo tempo buio, nero, fatto di buchi neri, voglio ancora gridare: più luce, datemi più luce.


Pippo Delbono, autore, attore e regista nasce a Varazze nel 1959. Negli anni ‘80 fonda la Compagnia Pippo Delbono, dando vita a numerosi spettacoli che hanno segnato la storia del teatro contemporaneo. L’incontro con persone in situazioni di emarginazione e diversità determina una svolta nella sua ricerca. Nasce così Barboni - Premio Speciale UBU nel 1997 “per una ricerca condotta tra arte e vita”. Da oltre vent’anni gli spettacoli realizzati con la sua Compagnia in un flusso di ricerca continua fra teatro, poesia, musica, cinema e danza, sono presentati in prestigiosi teatri e festival di tutto il mondo, inclusi il Festival d’Avignon, la Biennale di Venezia, l’Holland Festival, l’Hong Kong Arts Festival, il Festival de Otoño, il Festival Grec di Barcellona, il Theater Spektakel di Zurigo, il Wiener Festwochen, il Festival TransAmeriques di Montréal: Il tempo degli assassini, La rabbia, Guerra, Esodo, Gente di plastica, Urlo, Il silenzio, Racconti di giugno, Questo buio feroce, La menzogna, Dopo la bataglia, Orchidee, Vangelo e La Gioia. Nel 2003 Delbono realizza il film Guerra (Mostra del Cinema di Venezia e Miglior film documentario David di Donatello 2004); a seguire: Grido (2006), La paura (Festival di Locarno 2009), Amore carne (68° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia 2011), Blue Sofa (miglior film alla 32° edizione del Festival International du Court Métrage à Clermont- Ferrand), Sangue (66° Festival di Locarno), La Visite-Versailles (2016) e Vangelo (2017). Nella lirica ha firmato le regie: Studio per Obra Maestra (Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto 2007), Don Giovanni (Teatr Wielki di Poznan, Polonia 2014), Cavalleria rusticana e Madama Butterfly (Teatro San Carlo di Napoli 2012 e 2014), La Passione secondo Giovanni (Teatro Massimo di Palermo 2017) e I Pagliacci (Opera di Roma 2018). Realizza con grandi musicisti i concerti: Amore e carne con Alexander Balanescu, Il sangue sull’Edipo di Sofocle con Petra Magoni, Bestemmia d’amore con Enzo Avitabile e La notte con Piero Corso. Ha pubblicato Barboni – Il teatro di Pippo Delbono, Racconti di giugno, Corpi senza menzogna, Dopo la battaglia - scritti poetico-politici, Sangue. Dialogo tra un artista buddista e un ex terrorista tornato in libertà, L’uomo che cadde sulla terra, Le don de soi. Ha ottenuto il Premio Speciale Ubu per Barboni, il Premio della Critica per Guerra, i Premi Olimpici per Gente di plastica e Urlo, a Wroclaw, Polonia (2009), il Premio Europa per le nuove realtà teatrali e un Premio alla Carriera all’International Theatre Festival IKSV di Istanbul nel 2021.

La Compagnia Pippo Delbono, a partire dalla sua fondazione, ha raccolto al proprio interno un nucleo variegato di artisti che si è avvicendato nel nutrire, arricchire e declinare il linguaggio del regista. Un gruppo di compagni di viaggio appartenenti a diverse generazioni, che ha portato in tutto il mondo gli spettacoli, svolgendo un ruolo centrale nella costruzione dell’immaginario dei lavori di Delbono. Dolly Albertin, Gianluca Ballarè, Margherita Clemente, Ilaria Distante, Mario Intruglio, Nelson Lariccia, Gianni Parenti, Pepe Robledo e Grazia Spinella - che portano con sé la memoria di Bobò, scomparso nel 2019 - compongono un coro di corpi e di colori, una voce muta che si leva a controcanto di un universo di simboli e significati, tutt'uno con la poetica di Pippo Delbono e in stretta relazione con le emozioni del pubblico.