Mi disposi all’ascolto, sedendo accanto al fuoco che il mio odioso compagno aveva acceso. Cominciò a raccontare.
— Viktor Frankenstein
Nel cuore del romanzo l’incontro tra Frankenstein e la sua creatura dà vita a pagine che sembrano lontane dai tratti più conosciuti.
Sul Monte Bianco, davanti ad un piccolo fuoco la creatura si espone, prende parola e racconta del lungo apprendimento del linguaggio, del mondo, di sé stesso; in questa narrazione sono la voce con la sua unicità e la parola nella sua dimensione relazionale a svelare aspetti del testo spesso trascurati nelle tante trasposizioni.
La reading session appare come forma primigenia dell’indagine performativa di OHT nel materiale letterario di Mary W. Shelley: ancor prima dello spettacolo - o accanto ad esso -, la lettura collettiva ad alta voce attiva il libro nella sua possibilità di incontro e genera uno spazio informale in cui condividere parti del testo spesso escluse dall’immaginario comune e tracce della ricerca di OHT.
Con Frankenstein OHT affronta, per la prima volta, un classico della letteratura occidentale. Ruotando attorno al momento dell’esperimento vengono operati affondi parziali e verticali nel testo, senza limiti di forma, linguaggio e durata.
Il romanzo di Shelley diventa materiale da esaminare, sezionare, ricucire, corpo disponibile per esperimenti diversi: uno spettacolo teatrale, una reading-session, un’installazione e, infine, un libro generano parti della stessa operazione che avanza orizzontalmente nella storia per indagarne le sue molteplici ramificazioni.
OHT [Office for a Human Theatre]. Fondato nel 2008 OHT [Office for a Human Theatre] è lo studio di ricerca di Filippo Andreatta, artista e curatore il cui lavoro si occupa di paesaggio e politica personale sottilmente affrontata nello spazio pubblico e privato. OHT ha collaborato a livello nazionale e internazionale con, tra gli altri, Schinkel Pavillion Berlin (DE), Teatro della Biennale di Venezia, La Serre Arts Vivants (CA), Pinacoteca Agnelli, il programma di residenza Arctic Circle (NO), Josef and Anni Albers foundation (USA), Fondazione i Teatri Reggio Emilia, Short Theatre festival Roma, FAR Nyon festival (CH), Romaeuropa festival, Triennale Teatro Milano, Whitechapel Gallery Londra (UK), MAXXI museo delle arti del XXI secolo Roma. Centrale Fies è stata spesso partner sia di produzioni che di debutti. Infine, OHT ha partecipato ad alcune pubblicazioni come loc. Fies 1 / Little Fun Palace edito da bruno, the Journal of Architecture: Volume 24: Number 8 pubblicato da Routledge e due cataloghi del museo MAXXI di Roma, solo per citarne alcuni.
Filippo Andreatta (Rovereto, 1981) è un artista e curatore. Fonda l’Office for a Human Theatre con cui realizza alcuni lavori che scardinano la gerarchia della visione e dell’ascolto. Realizza spettacoli, performance e installazioni in contesti urbani e non. Raggiunge il 79° parallelo nord nell’arcipelago di Svalbard per leggere Frankenstein attorno a un fuoco, crea Little Fun Palace una roulotte parassitaria che ha viaggiato in Europa e Nord America, cura il programma feminist futures per Centrale Fies e fonda la Nomadic School che si muove fra montagne, paludi e altre aree rurali contaminando l’arte con le scienze naturali e sociali.