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La verità è compito del teatro

"Non si tratta più soltanto di ritrarre il mondo. Si tratta di cambiarlo. L'obiettivo non è quello di rappresentare il reale, ma di rendere reale la rappresentazione stessa". Al festival un progetto su e con Milo Rau.

Pubblicato il

28 novembre 2018

Il teatro deve essere realista, non nel senso di rappresentare il reale, ma perché la rappresentazione stessa è reale, sul palco si crea una nuova realtà.
— Milo Rau

C’è un manifesto a cui ogni lavoratore del centro teatrale NTGent in Belgio deve attenersi. Lo ha scritto Milo Rau, che di quello spazio è il direttore artistico. La prima regola di quel documento recita: «Non si tratta più soltanto di ritrarre il mondo. Si tratta di cambiarlo. L'obiettivo non è quello di rappresentare il reale, ma di rendere reale la rappresentazione stessa». Più avanti il punto cinque del manifesto aggiunge: «Almeno una produzione per stagione deve essere ripetuta o eseguita in una zona di conflitto o di guerra, senza alcuna infrastruttura culturale». Ma che cosa significa teatro politico? Basta la profondità di un termine che spesso la nostra cultura ha utilizzato come teatro impegnato? Per Rau la questione è diversa, più intesa e profonda, e c’entra con la verità.
Lo ha spiegato con altre parole lo stesso Rau in una intervista rilasciata la scorsa estate a La Repubblica. «Secondo me è come quando a 10 anni sai benissimo che Babbo Natale è tuo padre travestito, ma ci credi lo stesso. Il teatro deve ritrovare quella condizione di verità, di quando sei talmente preso da una storia, da un’emozione, che quello che vedi è per te vero. Secondo me il teatro deve essere realista, non nel senso di rappresentare il reale, ma perché la rappresentazione stessa è reale, sul palco si crea una nuova realtà».

Sulla genesi e sul senso del teatro contemporaneo di Milo Rau è sviluppato il percorso progettuale del Città delle 100 scale festival a cui il regista svizzero ha aderito in questa X edizione. Diverse tappe lo vedranno protagonista nella rassegna.
Il primo appuntamento è per lunedì 26 novembre. Il critico teatrale Rodolfo Sacchettini dialogherà con gli studenti del liceo scientifico “G. Galilei” e del liceo delle Scienze Umane “E. Gianturco” di Potenza, che hanno aderito al percorso di approccio al teatro voluto dal nostro festival. L’incontro sarà preparatorio alla visione dello spettacolo in cartellone e ruoterà attorno al tema: Il teatro di Milo Rau tra finzione e autenticità: cosa rende il regista svizzero uno degli artisti più apprezzati in Europa?
L’appuntamento successivo è per martedì 4 dicembre e mercoledì 5 dicembre, quando nel museo Dinu Adamesteanu del Polo Museale della Basilicata andrà in scena Hate Radio, lo spettacolo con cui Milo Rau racconta la storia della RTLM/Radio-Télévision Libre des Mille Collines, stazione radio ruandese che ha giocato un ruolo cruciale nel genocidio della minoranza Tutsi nel 1994.
L’indomani gli studenti coinvolti nel percorso incontreranno gli attori di Hate Radio a cui potranno porre domande e sollevare curiosità sulla realtà a cui sono stati messi di fronte, la realtà apparsa sulla scena.


foto: Zeno Graton © IIPM