Il pubblico è invitato a entrare, ma non in una sala teatrale. Piuttosto in un percorso. In un’esperienza. Come accade nei “reportage della memoria". Qui lo spettatore assume il ruolo di visitatore silenzioso, guidato attraverso uno spazio scenico diviso in stanze, ciascuna con una voce, un peso, una memoria. L’atrio è soglia e filtro. Un tempo di sospensione. Il prologo, contemporaneo, è nella sala d’attesa: “Dio c’è, ma non riceve”. Un titolo provocatorio che diventa installazione e riflessione: un Dio silente, assente, forse presente ma inascoltato, come molti lo hanno percepito durante l’orrore delle guerre. Qui si raccolgono le confessioni interiori, i pensieri più crudi e inconfessabili, spesso taciuti per pudore o per paura. È un confessionale rovesciato, senza assoluzione. Si accede poi alla prima stanza, dove i protagonisti, come presenze fluttuanti tra passato e presente, iniziano a emergere. I loro corpi parlano prima delle loro parole. Si tratta del cuore del percorso: Il viaggio, uno spazio liminale, di attesa, di respiro o di condanna. Un vagone merci, ricostruito simbolicamente è il luogo fisico della deportazione, ma anche il simbolo di tutti i viaggi senza ritorno. Qui gli attori restituiscono voci, corpi, frammenti di umanità. È il culmine emotivo e scenico, dove tutto si stringe, si addensa, e infine si consegna al silenzio. Finché si entra nella stanza finale: Capolinea; una sorta di spazio aperto.
Lo spettacolo non vuole rispondere. Vuole interrogare. Non commuovere soltanto, ma disturbare. Il pubblico, uscendo, non avrà solo visto uno spettacolo: avrà attraversato una memoria divisa per stanze, ognuna delle quali lascia un segno. Come una cicatrice.
In un viaggio sospeso tra il passato e il presente, quattro esseri umani si ritrovano, si raccontano, ricordano, attraverso stanze che diventano contenitori di memoria ma anche proiezioni future, silenzi e verità taciute.

HDUEteatrO. Costituita formalmente nel 2012 da Marco Busciolano, Patrizia Dore e Iole Franco, HDUEteatrO nasce dall’incontro di esperienze artistiche eterogenee – teatro, danza, arti marziali – che confluiscono in un linguaggio scenico centrato sull’uso consapevole e poetico del corpo come strumento primario di comunicazione. La compagnia fonda il proprio lavoro sull’onestà intellettuale, il rigore e la ricerca costante, credendo che nell’arte dell’attore tutto sia possibile, a patto che sia vissuto con consapevolezza. HDUEteatrO si pensa come parte di una reazione chimica dalla cui trasformazione nasce bellezza. Come l’acqua, il teatro penetra, scava, dà vita. Il corpo, fedele alla sua natura, si affina nella tecnica per diventare strumento espressivo. La compagnia ricerca leggerezza, relazione e precisione invisibile. Con sede operativa a Potenza, presso STI – Spazio Teatrale Instabile, HDUEteatrO promuove attività formative rivolte a bambini, ragazzi e adulti, ponendo attenzione particolare alla crescita culturale e all’educazione teatrale della comunità. Nel corso degli anni, la compagnia ha svolto una ricca progettualità. Tra le attività più rilevanti: percorsi di formazione teatrale, produzione di spettacoli, progetti educativi e interculturali, iniziative di promozione alla lettura, collaborazioni con scuole, musei ed enti culturali, partecipazione e organizzazione di eventi culturali e collaborazioni a progetti nazionali e internazionali.
Dino Lopardo. Autore, attore e regista. Si forma come attore presso l'Accademia d’Arte Drammatica di Roma. Nel contempo si laurea con una tesi sul radiodramma. Si specializza in sceneggiatura e drammaturgia presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico. Nel 2017 lavora come attore presso il Teatro Due di Parma. L’esperienza di autore e regista lo porta poi a seguire un percorso professionalizzante presso l'ERT Emilia Romagna Teatro e come assistente presso l'Elfo Puccini di Milano. Autore dell’atto unico "Trapanaterra”, è semifinalista inBox ’21. Scrive "Attesa”, miglior drammaturgia al festival inDivenire 2018 e miglior regia al Roma Fringe Festival dello stesso anno. L’anno successivo ottiene il premio come miglior spettacolo per l'atto unico "ION" al festival INdivenire di Roma e la sua drammaturgia arriva in finale al premio Carlo Annoni presso il Piccolo Teatro di Milano, successivamente finalista al bando Theatrical Mass 2022. Scrive poi la “Trilogia dell’ Odio” (2022) tre monologhi polifonici: “Affogo”, “Rigetto” e “Cesso”. “Affogo” è finalista a InBox ’24 e vince il premio Torino Fringe Festival - SuiGeneris alla migliore drammaturgia, con pubblicazione presso l’omonima casa editrice. Ottiene inoltre una candidatura agli UBU ’24 nella categoria “Miglior attore - performer under 35”. “Cesso” vince il bando “Mezz’ore d’Autore” promosso dal Teatro Due di Parma.Per il cinema, realizza il videoclip "NessunoEscluso” promosso da Amnesty International. È autore e regista di due cortometraggi "Partecipare” (2020) con Iole Franco e "Vecchio” (2022) con Leo Gullotta, vincendo con quest’ultimo, diversi premi nazionali e internazionali. È distribuito da RAI Cinema.





 
                             
                                     
                                     
                                    








