La domanda di partenza è: “Cosa c’è che non va in me?” 
La risposta a questa domanda sta in Fragmentation, un assolo che esamina la disconnessione e la riconnessione del corpo con se stessi e con lo spazio circostante, mostrando le potenzialità del corpo di scomporsi e ricomporsi attraverso un lavoro sulla tensione muscolare, sulle dimensioni e l’orientamento spaziale in diversi schemi di movimento. 
Al Haber sperimenta le possibilità di movimento del corpo tra controllo e instabilità, attraverso azioni semplici e ripetute che a volte diventano imprevedibili: una danza tra staticità e movimento dinamico, selvatico. Opera prima dell’autore, la creazione è iniziata durante il programma intensivo Beiroot Bodies 3 del Beirut Physical Lab e si è ampliato attraverso una residenza al Macam in Libano a fine 2024. Lo spettacolo debutta in Italia grazie alla collaborazione con i partner del nuovo network Solidarity in Motion.

Christophe Al Haber è un artista cross disciplinare il cui lavoro si colloca all’intersezione tra fotografia, danza contemporanea e performance dal vivo. La sua pratica esamina come emozioni, memoria e identità vengano veicolate, rivelate e nascoste attraverso la stasi e il movimento. Con una formazione in teatro fisico e plasmato dalle esperienze vissute, Al Haber usa anche la fotografia non solo come metodo di documentazione visiva, ma anche come atto performativo: un modo per fermare il tempo, abitare lo spazio e incarnare stati dell’essere. Attualmente è un danzatore associato presso il Beirut Physical Lab, dove continua ad approfondire la sua ricerca sul movimento e le pratiche performative collaborative.





 
                             
                                     
                                     
                                    








