Liberamente tratto dal cunto de li cunti di G. B. Basile
Se quaccheduno mi chiedesse dove se porrìa trovare lo fingimento e la frode io non saperrìa menzionare autro luogo che chesta Corte, dove fanno sempre le maschere, la mormorazione da trastullo, la maldicenza da Graziano, lo trademiento da Zanne e la furfanteria da Pullicinella, dove a lo stesso tiempo se taglia e se cuce, se pugne e se unge, se rompe e se ‘ncolla. Ma è possibile che s’è perduto lo munno? Che non s’aggia da trovà lo remmedio a chesto male?
C’era una volta un re che un giorno se ne tornava dalla caccia felice e soddisfatto quando sentì il bisogno di andare di corpo. Consegnata a un servitore la spada, lesto lesto, il re scese da cavallo e si infilò in un vicoletto per scaricare il ventre, ma non avendo in tasca pezze per pulirsi, si servì di una gallina accisa de frisco, con le piume morbide e setose, che giaceva abbandonata in un angolo. Ma la gallina non era morta e s’afferrò col becco alle sue chiappe di re. Accorsero i servitori e il cielo si oscurò alle sue urla disperate.
Non potendo più resistere al dolore e vedendo buttate al vento le fatiche dei servi, il re si fece condurre al palazzo reale, dove medici e luminari tentarono ogni rimedio, spalmando unguenti, adoperando tenaglie e strumenti di ogni genere. Ma niente, non ci fu niente da fare, perché quel male superava i confini della natura, non era colica né flatulenza che si poteva guarire con supposte di fichi lassativi o cacazze di topi, no, quel male era incurabile. Col passare dei mesi la gallina entrò sempre più in profondità finché non prese definitivamente alloggio dentro di lui.
“Re Chicchinella” racconta la storia di un re malato, solo e senza più speranze, circondato da una famiglia anaffettiva e glaciale che ha un solo scopo, ricevere un uovo d’oro al giorno. L’animale vive e si nutre, divorando lentamente le viscere del re, fino a quando non si scopre che per il mondo il re e la gallina sono la stessa cosa.
Dopo tredici giorni d’inedia, Re Carlo III d’Angiò, re di Sicilia e di Napoli, principe di Giugliano, conte d’Orleans, visconte d’Avignon e di Forcalquier, principe di Portici Bellavista, re d’Albania, principe di Valenzia e re titolare di Costantinopoli, entra nella sua nuova esistenza e, appollaiato sul trono, riceve il plauso di tutta la Corte.
Emma Dante. Nata a Palermo nel 1967, esplora il tema della famiglia e della emarginazione attraverso una poetica di tensione e follia, nella quale non manca una punta di umorismo. Drammaturga e regista, si diploma a Roma nel 1990, all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico. Nel1999 costituisce a Palermo la compagnia Sud Costa Occidentale, con la quale vince i premi Scenario 2001 per il progetto mPalermu e Ubu 2002 come novità italiana. Nel 2001 vince il premio Lo Straniero – assegnato da Goffredo Fofi – come giovane regista emergente, nel 2003 il premio Ubu, con lo spettacolo Carnezzeria, come migliore novità italiana e nel 2004 i premi Gassman, come migliore regista italiana, e della critica (Associazione Nazionale Critici del Teatro) per la drammaturgia e la regia. Nel 2005, per Medea, vince il premio Golden Graal come migliore regista. Successivamente pubblica Carnezzeria. Trilogia della famiglia siciliana con una prefazione di Andrea Camilleri (Fazi 2007) e il romanzo Via Castellana Bandiera (Rizzoli 2008), vincitore dei premi Vittorini e Super Vittorini 2009. Nell’ottobre del 2009 le viene assegnato il premio Sinopoli per la cultura. Il 7 dicembre dello stesso anno inaugura la stagione del Teatro alla Scala con la regia di Carmen di Bizet, diretta da Daniel Barenboim. Sono stati in repertorio, dal 2000 al 2010, in Italia e all’estero, mPalermu, Carnezzeria, Vita mia, Mishelle di Sant’Oliva, Medea, Il festino, Cani di bancata, Le pulle e tre favole per bambini e adulti pubblicate da Dalai editore con il titolo Le principesse di Emma. Nel 2011 è in tour in Italia e all’estero con lo spettacolo La trilogia degli occhiali, pubblicato da Rizzoli, costituito da tre capitoli: Acquasanta,Il castello della Zisa e Ballarini. Nell’aprile 2012 debutta a Parigi, all’Opéra Comique, La muta di Portici di Auber, diretta da Patrick Davin, ripresa, con grande successo di pubblico e critica, nel marzo 2013, al Petruzzelli di Bari, con la direzione di Alain Guingal. Lo spettacolo vince il premio Abbiati nel 2014. Nell’ottobre 2012 debutta, al Teatro Olimpico di Vicenza, verso Medea, da Euripide, con musiche e canti composti ed eseguiti dal vivo dai fratelli Mancuso. Nel 2013 presenta in concorso alla 70a edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia il film Via Castellana Bandiera, dall’omonimo romanzo, per il quale Elena Cotta vince la Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile. Il film ottiene anche i premi Soundtrack alla miglior colonna sonora, Navicella, attribuito dalla Rivista del Cinematografo, e Lina Mangiacapre. Il 18 gennaio 2014 inaugura la stagione del Teatro Massimo di Palermo con Feuersnot di Richard Strauss, con la direzione di Gabriele Ferro. Nello stesso anno riceve l’incarico biennale di direttrice artistica del 67° ciclo di spettacoli classici al Teatro Olimpico di Vicenza e debutta al Mercadante di Napoli con Le sorelle Macaluso, coprodotto da Teatro Stabile di Napoli, Festival d’Avignon, Théâtre National-Bruxelles, Folkteatern Göteborg, nell’ambito del progetto Cities on stage. La produzione vince i premi Le Maschere (migliore spettacolo dell’anno), della critica 2014 e due Ubu (regia e migliore spettacolo dell’anno). Debutta al teatro Kismet di Bari con Operetta burlesca, prodotto dalla compagnia Sud Costa Occidentale, quindi diventa regista principale del Teatro Biondo di Palermo e direttrice della Scuola dei Mestieri dello Spettacolo, costituita all’interno della stessa istituzione. A conclusione del primo corso di questa scuola, nasce lo spettacolo Odissea A/R, in tournée nei più importanti teatri d’Italia. Vince il premio De Sica per il teatro e il Premio Ipazia all’eccellenza femminile. Nel 2015 inaugura la stagione del Teatro Massimo con Gisela! di Hans Werner Henze. Nel 2016, al Teatro dell’Opera di Roma, firma la regia de La Cenerentola di Rossini, diretta da Alejo Pérez. Nel 2017 inaugura la stagione del Teatro Massimo di Palermo con Macbeth di Verdi, diretto da Gabriele Ferro. Successivamente debutta al Teatro Strehler con Bestie di scena, coprodotto da Piccolo Teatro di Milano–Teatro d’Europa, Atto Unico/ Compagnia Sud Costa Occidentale, Teatro Biondo di Palermo e Festival d’Avignon. Quindi allestisce al Teatro Comunale di Bologna il dittico La Voix Humaine e Cavalleria Rusticana, con la direzione di Michele Mariotti. A Spoleto, per la 60a edizione del Festival dei 2Mondi, propone La scortecata, da Basile, coprodotto da Fondazione Festival dei 2Mondi – Atto Unico/Compagnia Sud Costa Occidentale – Teatro Biondo di Palermo. Eracle di Euripide, con la sua regia, nella traduzione di Giorgio Ieranò, inaugura nel maggio 2018 il 54° Festival del Teatro Greco di Siracusa. Nel 2019 debutta al Teatro dell’Opera di Roma L’angelo di fuoco di Prokof’ev. Alla fine del secondo corso della Scuola dei Mestieri dello Spettacolo del Biondo di Palermo, nasce Esodo, che debutta nel luglio 2019 a Spoleto, per il 62° Festival dei 2Mondi, e viene rappresentato a Palermo, Mosca e Parigi. Chiude il 2019 debuttando a Parigi, a La Colline Théâtre National, con Fable pour un adieu, liberamente ispirato alla fiaba La Sirenetta di Hans Christian Andersen. Nel 2021, ha debuttato con il suo nuovo lavoro Pupo di zucchero.