La XV edizione andrà alla ricerca di alleanze tra esseri umani – e tra esseri umani e non umani – e avrà la capacità di guardare il mondo da prospettive diverse tra il sopra e il sotto.
Quindici edizioni, quindici anni di festival obbligano a interrogarsi sul senso e sullo lo scopo della sua esistenza. Proprio per aver raggiunto una certa maturità e per avere alle spalle un percorso significativo, pur tra mille incertezze, bisogna guardare al futuro cercando di costruire alleanza tra gli esseri umani – e tra esseri umani e non umani – soprattutto in un momento in cui i conflitti per la determinazione di un nuovo ordine mondiale, la pandemia e i problemi ecologici creano paure e precarietà.
Il nome del festival “Città delle 100 scale” è una locuzione per dire Potenza, capoluogo segnato nella sua urbanistica dalle tante scalinate che mettono in relazione il sopra e il sotto della città, entro cui il festival ha contribuito a ridisegnare il paesaggio urbano, attraverso modalità diverse di usufruire degli spazi pubblici per rinventarene l'immaginario... [leggi tutto]
Una riflessione a più voci che, nel cogliere le innovazioni che il festival ha introdotto nella cultura della città, indichi nuove possibili traiettorie. Il 6 settembre, alle ore 19, al Piccolo teatro di Potenza, si terrà un incontro-dialogo con gli amici del Città delle 100 scale festival per raccontare questi primi 15 anni.
Anche questa volta Donato Faruolo ha saputo cogliere attraverso un segno grafico-artistico performativo il senso del concept di questa edizione del festival, “Sotto/Sopra”, dandogli delle connotazioni semiotiche di grande spessore.