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Osa / Volumezero

Meno

16-25 settembre 2020, ore 18.30

Tito zona industriale, Metaltecno

ingresso gratuito

Allestimento di Osa architettura e paesaggio / Volumezero architecture & landscape
16-25 settembre 2020

Intervengono
Francesco Scaringi, presidente Associazione Basilicata 1799
Gerardo Antonio Leon, presidente Ordine degli architetti provincia di Potenza
Luca Catalano, Osa architettura e paesaggio
Gerardo Sassano, Volumezero

Meno è il titolo dell’allestimento di Osa paesaggio e Volumezero per l’edizione 2020 del Città delle 100 scale festival, che ha scelto senza come parola chiave.

L’architettura e il paesaggio urbano del Novecento oscillano tra due celebri ‘meno’: Less in More! è il moto rigorista con cui il razionalismo celebra l’abolizione formale e morale del superfluo; Less is Bore! è l’ironica reazione postmoderna che rivendica la felicità creativa della ridondanza. Nessuno dei due, per fortuna, è stato capace di esaurire il racconto del proprio tempo, giacché le città sono imprendibili e sempre resistono al riduzionismo delle formule. In questo tempo, però, il ‘meno’ non sta più solo in slogan orecchiabili e in fondo innocui.
L’espulsione sistematica dei corpi dallo spazio pubblico − nel periodo di confinamento domestico più stringente − e la rinuncia a molti dei comportamenti elementari e spontanei che formano l’ossatura della socialità − nelle fasi di moderato allentamento che sono seguite − sono tra le conseguenze della pandemia da corona-virus. Le norme sul distanziamento hanno precluso gli spazi e obbligato l’agire. La città si è perciò fatta dominio della negazione, della sottrazione, della rinuncia, dove bisogna fare senza, stare senza. Sottrazione e prescrizione sono il precipitato spaziale del ‘senza’ pandemico. C’è da chiedersi quale sia lo stato limite. Quale sia il livello di privazione e disambiguità che la città possa tollerare perché ancora possa dirsi città. Di cosa, per continuare a esistere, la città proprio non possa fare a meno.

Meno proietta la dimensione sottrattiva e prescrittiva dello spazio pubblico all’interno del capannone Metaltecno di Potenza. Una porzione dell’enorme spazio vuoto è circoscritta da un recinto diafano, sospeso a un’altezza di 1,40 m dal suolo. Si costruisce così una soglia che mette in discussione la propria valicabilità. I bambini potranno ignorarla, ma la statura lo impedirà agli adulti che saranno perciò interrogati dal sipario a mezz’aria: lo spazio racchiuso è accessibile oppure no? Si può andare lì dentro o è proibito? Si può o è vietato? Lo spazio chiede di essere interpretato, a fronte degli automatismi da distanziamento cui siamo ormai abituati e che, pur dettati dall’inesorabilità degli eventi, ci hanno trasformato in pazienti esecutori di istruzioni ineludibili. Per entrare nel recinto occorre piegarsi, forse anche girarsi, compiere un gesto insolito, consapevole, volontario, personale. Sul pavimento, una punteggiatura grafica, estesa dentro e fuori il recinto, allude alla segnaletica orizzontale che è diventata la nuova pelle prescrittiva dei luoghi pubblici, qui però disposta secondo un layout la cui finalità si fa ambigua e si sottrae all’ovvietà della corrispondenza forma/funzione/azione. Perché in fondo la ricchezza fertile dei malintesi è ciò di cui la città non può fare a meno.

Luca Catalano e Annalisa Metta (Osa architettura e paesaggio) lavorano insieme dal 2003 sul progetto dello spazio aperto come luogo abitabile, nella forma di giardini, parchi, spazi pubblici urbani, permanenti ed effimeri, e svolgono attività di ricerca e didattica sul paesaggio contemporaneo. Tra i progetti recenti: Alibeyköy Park (I premio al concorso per le rive del Corno d’Oro, Istanbul, 2020); I fiumi non esistono (II premio al concorso per il Parco del Ponte, Genova, 2019).

Volumezero è uno studio di architetti e paesaggisti attivo dal 2007, fondato da Alberto Petrone e Gerardo Sassano. L’approccio progettuale dello studio è teso alla ricerca del minimo impatto sul paesaggio. Gli utilizzi innovativi di spazi pubblici e luoghi urbani sottoutilizzati o marginali diventano elementi centrali degli interventi progettuali, definendo nuovi paradigmi del paesaggio urbano contemporaneo. Nel 2019 sono tra i paesaggisti selezionati dalla curatrice Pelin Tan per Gardentopia -Matera 2019.