Indagine lampo sui titesi in memoria del tempo presente
Gli Omini dove li metti stanno. E dove stanno, tutto assorbono. Come spugne o pezzi di pane. Gli Omini partono, arrivano e stanno. Dentro i bar, sulle panchine dei giardini, tra i banchi del mercato, allo stadio per la partita, fuori dalla chiesa dopo la messa, sui gradini davanti alle case, nelle viuzze dei paesini, nei supermercati di periferia, nelle botteghe.
Stanno una settimana, dieci giorni in un paese. E quel tempo serve per indagare, scrivere e fare spettacolo. In quella settimana Gli Omini parlano e stanno ad ascoltare. Ascoltano tutto. Tutto di tutti, uomini, donne, vecchi, bambini, matti di paese. E loro parlano. D’amore, di religione, di dubbi, di morte, di sesso, di lavoro, crisi, pranzi infiniti, paure, alieni, giochi, risse. Ognuno a proprio modo, ognuno dal suo piccolo punto, ognuno dall’alto delle proprie sventure o grandi occasioni. Ognuno diverso e già personaggio. Unico comune denominatore l’essere uomo, ed essere uomo nel posto in cui vive, insieme agli altri. Difficile oggi giorno che qualcuno t’ascolti, Gli Omini lo fanno.
Gli Omini prendono e poi danno. Rubano per restituire. Registrano linguaggi, voci, storie, caratteri, vite e le ricompongono, le amplificano per metterle sotto gli occhi di tutti, così che il pubblico rimanga di fronte a se stesso, a guardarsi da fuori.
Gli Omini cambiano insieme agli uomini che hanno davanti, sono uno specchio rotto che restituisce l’immagine a frammenti. La loro vita, come una qualsiasi vita, è in continuo divenire. Il bisogno è pressante e continuo. Crescere, trasformare, conoscere e riconoscere, mettere all’erta, avvertire, far presente e agire nel presente, provocare e provocare una reazione, creare un rapporto con il pubblico per scovarlo, riaggregarlo intorno ad uno spettacolo che parli di loro e del loro paese, ma in generale delle vite di tutti gli uomini.
Gli Omini staranno una settimana in paese, frequentando bar e chiese, strade e case, cercheranno di conoscere più gente possibile. Diventeranno l’orecchio di Tito. Saranno come spugne, pronti ad assorbire gli umori e le parole, gli sfoghi e i desideri dei titesi, per restituire uno spettacolo sui titesi e per i titesi. L’istantanea di un istante.
Gli Omini. La compagnia teatrale è nata nel 2006 con il primo obiettivo di avvicinare le persone al teatro e di far nascere il teatro dalle persone. Da questo prende forma il progetto Memoria del tempo presente, che prevede la costruzione degli spettacoli tramite settimane d'indagine territoriale e interviste, creando eventi unici, che debuttano e muoiono a ogni data. Primo spettacolo di memoria del tempo presente è CRisiKo!, finalista del premio Scenario 2007, assume una forma fissa dopo un anno di indagini su piccoli comuni d'Italia. Nel 2008 Gli Omini debuttano con Gabbato Lo Santo, secondo spettacolo del progetto, finanziato da Fondazione Toscana Spettacolo e vincitore del Premio del Pubblico alconcorso Giovani Realtà dell'Accademia Nico Pepe.
Nel 2009 viene allestito Gabbato Lo Sound, versione rock & roll di Gabbato lo Santo realizzata col gruppo Il Maniscalco Maldestro, coprodotto da Volterra Teatro; 7Novembre2008-un disarmante spettacolo pacchiano, coprodotto dal Kilowatt Festival in collaborazione con Armunia e l'Arboreto di Mondaino.
Sempre nel 2009, per la prima volta debutta TAPPA, terzo spettacolo del progetto Memoria del Tempo Presente, che continua a debuttare, girando ancora l'Italia e cambiando totalmente ad ogni replica.
Tra il 2010 e il 2011 Gli Omini lavorano alla stesura del libro Il pesce spada non esiste-interviste, racconti, frasi fatte, fiori fritti, in memoria del tempo presente, edito da Titivillus, in collaborazione con Fondazione Toscana Spettacolo. Dal libro nasce la lettura-spettacolo Il pesce spada non esiste. L'intera compagnia partecipa a "Sogno d'una notte d'estate" di Massimiliano Civica, prodotto dal Teatro Stabile dell'Umbria e da Roma Europa Festival.
A fine 2011 il gruppo stroppia, apre la Casamatta e la Casamatta apre il gruppo. Casamatta è un progetto teso a proteggere le individualità di ogni singolo componente per accrescere il lavoro del collettivo. E intanto la formazione cambia, dal gruppo esce Riccardo Goretti. Gli Omini rimangono in tre e poco dopo entra Giulia Zacchini. Da Casamatta escono tre spettacoli: L'Asta del Santo, L'uovo e il pelo e Io non sono lei.
Nel 2012 parte il giro di Capolino, nuovo progetto d'indagine, rivolto al coinvolgimento di giovani, coprodotto dalla Cooperativa Sociale Coop21 e dalla Regione Toscana. Capolino ha girato per un anno e mezzo mettendo in scena più di ottanta ragazzi dai 15 ai 30 anni, con una drammaturgia in continuo cambiamento.
Da questa famiglia allargata nasce nel 2014 La famiglia Campione, spettacolo prodotto in collaborazione con Fondazione Teatro della Pergola e il sostegno della Regione Toscana.
Sempre nel 2014, Gli Omini diventano compagnia residente all'Associazione Teatrale Pistoiese e ricevono il Premio Enriquez come "Compagnia d'innovazione" per la ricerca drammaturgica e l'impegno civile.
A fine 2014 Gli Omini iniziano a lavorare al Progetto T, progetto triennale prodotto dall'Associazione Teatrale Pistoiese, che punta al rilancio della Ferrovia Porrettana attraverso eventi e spettacoli. Diversi e grandi sono gli obiettivi di T, uno su tutti, quello della trasformazione di un vagone in teatro viaggiante. Ma andiamo per gradi, per fermate intermedie. Gli Omini hanno fatto indagine alla Stazione di Pistoia e da questa hanno scritto e messo in scena una performance al Binario 1 e uno spettacolo che ha debuttato nel luglio del 2015 al Deposito dei Rotabili Storici di Pistoia: Ci scusiamo per il disagio.
Nel 2015 Gli Omini vincono il premio Rete Critica come miglior compagnia dell'anno. Nel 2016 collaborano con il drammaturgo Armando Pirozzi e scrivono insieme a lui lo spettacolo Più carati. Parallelamente la compagnia porta avanti il secondo anno del Progetto T, spostando l'indagine a bordo del treno che da Pistoia porta a Porretta e ideando un nuovo spettacolo che andrà in scena tra binari, boschi e gallerie: La corsa speciale.
Nel 2017, ERT-Emilia Romagna Teatro, s'interessa al Progetto T, che al terzo anno, prosegue la sua corsa da Porretta a Bologna. Gli Omini hanno concluso le indagini e debuttato con il loro nuovo lavoro sugli uomini lungo i binari a ottobre dentro VIE Festival: Il Controllore. Sempre nel 2017 debutta Gran Glassé, una serata di parole sudate e punk da balera: una sorta di varietà che unisce alle parole raccolte in dieci anni da Gli Omini, la musica de gli eXtraLiscio, orchestra nata dall'incontro di Mirco Mariani, romagnolo protagonista della scena indie italiana a due alfieri del liscio: Moreno "il biondo" Conficconi e Big Mauro Ferrara, la voce che ha portato Romagna mia nel mondo.
Nel 2018 Gli Omini entrano dentro gli uffici dismessi della falegnameria Fagioli, nella zona industriale di Pistoia, decidono di tirare su casa e la chiamano La Segheria. Allestiscono al secondo piano una sala teatrale in miniatura per programmare laboratori e spettacoli di artisti incontrati negli anni, di cui da sempre stimano il lavoro. Alla prima stagione de La Segheria hanno partecipato: Mauro Pescio e Stefano Malatesta, Massimiliano Civica, Francesco Bottai, Paola Tintinelli e Walter Leonardi, regalando al pubblico momrnti di divertimento e riflessione, in una dimensione intima, quasi casereccia, in cui la distanza tra attori e spettatori viene completamente annullata.