Nel luglio del 2001 a Genova si sono consumati degli eventi di una tragicità epocale, tali da riuscire ad annoverare Genova alla stessa stregua di grandi città palcoscenico di tragedie. Penso a una Genova che come Tebe, come Troia, possa diventare il luogo di una storia che resti nella memoria, luogo del mito e della sua tragedia.
Ma questa tragedia oggi non si può rappresentare. Forse potremo farlo tra 100\1000 anni, quando questa memoria sarà divenuta tale: essa non è rappresentabile per il semplice motivo che i fatti in questione non hanno ancora assunto valore di Storia avendo ancora valenza di Cronaca, perché nuovi risvolti emergono quotidianamente delineando nuovi elementi per una drammaturgia, perché i Protagonisti non sono ancora dei Personaggi in quanto ancora Persone. Questa città e la storia\cronaca di quei giorni vivono così questo parossismo tra urgenza di racconto e irrappresentabilità del tutto. Ma questa storia va raccontata. Ne ha tutto il diritto. Ne abbiamo tutto il dovere. Gli elementi perché questa rappresentatabilità prenda atto d’altronde ci sono tutti
Abbiamo un ragazzo morto da assurgere ad eroe e\o vittima.Ne abbiamo un altro, assassino, candidato ad anti-eroe e\o vittima. Abbiamo “8 re” che malgrado tutto hanno passato un bel weekend. Abbiamo il loro esercito, che impavido, ha seminato il terrore tra le folle. Abbiamo circa 500000 persone che già hanno gridato in “coro”.
In attesa che i tempi per una tragedia siano maturi ho delineato la forma drammaturgica determinata dall’accadimento degli eventi. In tal senso la struttura della tragedia classica mi è venuta in soccorso quale primo tassello perché questa inizi ad andare in scena:
- un prologo per raccontare in forma spettacolare l' organizzazione dell'evento da ogni punto di vista;
- una parodos: l'ingresso del "coro" dei manifestanti e delle loro idee;
- gli stasimi, quali commento del coro, sono affidati a una drammaturgia sonora realizzata con sonorità-live from Genova '01;
- 2 episodi, 2 facce della stessa medaglia: un black block e un poliziotto;
- un messaggero: come in ogni tragedia che si rispetti, racconterà ciò che gli occhi non hanno potuto vedere: le atrocità di Bolzaneto;
- un esodo:il coro esce\lascia Genova,lasciando le proprie considerazioni.
dal testo
Ed è per questo signori miei
che stasera vi si racconterà la storia di Genova...
di come essa sia divenuta... per forza di cose, s’intende,
un luogo della mente e della memoria.
città simbolo Della tragedia moderna
Parimenti a tante altre Paragonabile alle più illustri
Parlo di Tebe Parlo di Troia
Il luogo della tragedia moderna Che è stata Che è Che sarà
Ma nonostante essa, La tragedia s’intende, Nn la si possa ancora rappresentare e vuoi perche ancora trattasi di cronaca...
e vuoi perche i personaggi nn sono ancora personaggi ma persone
e quindi non si possono interpretare si possono solo raccontare
essa già corre, corre, corre e si racconta e va di voce in voce...
ancora riecheggiano suoni e suggestioni
il passato prossimo è il tempo indicativo
con l’aggiunta dell’imperfetto per le ovvie circostanze
ma essa già corre, corre, corre e si racconta e va di voce in voce...
e solo così forse un giorno
forse un novello Eschilo, Sofocle, Euripide o chi per loro
potra forse scrivere di genova e dei tragici giorni del 2001
quando tutto sarà ben definito
ben definite le tesi altrettanto le antitesi e tutto il resto...
ma a noi ci pare doveroso e ci piace raccontarvela dal principio...
— Giuseppe Provinzano