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Milo Rau, il nuovo vangelo
Milo Rau

Il Nuovo Vangelo

27 febbraio 2024, ore 19.00

Potenza, cinema Don Bosco

biglietto unico 6 euro

Sceneggiatura e regia Milo Rau. Con Yvan Sagnet, Maia Morgenstern, Enrique Irazoqui, Marcello Fonte. Musiche Vinicio Capossela, Elia Rediger. Fotografia Thomas Eirich-Schneider.

«Che cosa predicherebbe Gesù nel XXI secolo? Chi sarebbero i suoi discepoli? Chi sono gli esuli, gli emarginati, gli offesi dell’ordine mondiale contemporaneo? Che cosa resta del messaggio di salvezza di Gesù in questi tempi di sfruttamento globale? Un Nuovo Vangelo emerge: un’insurrezione cinematografica per un mondo più giusto e umano».

Questo l’atto di provocazione di Milo Rau, regista dal teatro visionario da sempre impegnato a rappresentare l’attualità più scomoda, e che questa volta porta dentro e fuori il teatro una rivolta scenica per un mondo più equo e umano, rievocando gli atti e la morte del più influente fondatore religioso della storia.

Il regista svizzero interpreta così il messaggio cristiano in chiave politica, trovando un Gesù contemporaneo in Yvan Sagnet, migrante e attivista per la lotta al caporalato e alla schiavitù degli immigrati nella raccolta agricola in Puglia e Basilicata. Sulla base di queste riflessioni, Milo Rau documenta e mette in scena il racconto biblico proprio attraverso la figura di Sagnet, un tempo lui stesso bracciante e promotore del primo sciopero dei braccianti stranieri in Puglia nel 2011 e nel 2017 insignito dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana conferita dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Fondatore del progetto NO CAP nelle campagne pugliesi per tutelare il lavoro dei migranti nella stagione della raccolta agricola, Sagnet ha “trovato” gli apostoli: braccianti stagionali immigrati incontrati nei campi profughi, nelle piantagioni di pomodori del Sud d’Italia, nei ghetti di Borgo Mezzanone, Metaponto, Rignano, dove vivono in condizioni inumane e spesso sono costretti alla clandestinità.
Il Nuovo Vangelo è «un manifesto di solidarietà con i più poveri»: rifugiati, richiedenti asilo, migranti, disoccupati, protagonisti di una umanità dolente e ai margini della società.

Milo Rau. Definito dalla critica «il più influente» (DIE ZEIT), «il più premiato» (Le Soir), «il più interessante» (De Santdaard) e «il più ambizioso» (The Guardian) artista dei nostri tempi, Milo Rau (nato nel 1977) è un regista e un autore svizzero. Fino al 2023 e a partire dalla stagione 2018/2019 è stato direttore artistico di NTGent prima di assumere l’incarico di direttore del Wiener Festwochen. Rau ha studiato sociologia, filologia romanza e germanica a Parigi, Berlino e Zurigo, con mentori come Pierre Bourdieu e Tzvetan Todorov. Le sue produzioni sono state ospitate in tutti i maggiori festival internazionali e sono state in tournée in più di 30 paesi di tutto il mondo. Ha ricevuto numerosi premi: il Peter-Weiss-Prize 2017, il 3sat-Prize 2017, il 2017 Saarbrucken Poetry Lectureship for Drama e, nel 2016 è stato il più giovane artista dopo Frank Castorf e Pina Bausch a ricevere il prestigioso World Theatre ITI Prize. Nel 2017, Milo Rau è stato nominato “Regista teatrale dell’anno” nel sondaggio della critica condotto dalla Deutsche Bühne. Nel 2018 ha ricevuto l’European Theatre Prize, nel 2019, gli è stato conferito il primo dottorato onorario dal dipartimento di studi teatrali della Lunds Universitet (Svezia). Rau è anche un critico televisivo, docente e scrittore. La visione che guida la sua produzione teatrale è racchiusa nel Manifesto di Gent che ha indirizzato le sue produzioni fino ad oggi e nel libro Realismo Globale, raccolta di saggi, interviste e manifesti redatti nel corso della sua carriera. Tra le sue ultime opere: The Repetition, Histoire(s) du Théâtre (I) (2018), The Congo Tribunal – film (2018), Orestes in Mosul (2019), The New Gospel (2019), Familie (2020), Grief & Beauty (2022), Antigone in Amazzonia (2022)