Regista, attivista, reporter, sociologo, direttore artistico, Milo Rau è una figura di spicco del panorama teatrale europeo contemporaneo. Eppure il teatro è arrivato nella vita dell’artista svizzero solo a un certo punto, intorno ai suoi trent’anni, come linguaggio capace di recepire e amplificare le sue ricerche da sociologo, il lavoro da reporter e le battaglie da attivista portate avanti fin da giovanissimo viaggiando nei luoghi “caldi” del mondo (come quando a circa vent’anni si è unito ai miliziani zapatisti in Chiapas) e organizzando manifestazioni contro il neoliberismo, le privatizzazioni e le politiche migratorie europee degli anni novanta e dei primi duemila.
Lo stesso International Institute of Political Murder (IIPM), struttura basata in Svizzera e Germania che ha fondato nel 2007, porta inscritta nel nome la specificità della sua vocazione politica: l’IIPM è una compagnia di produzione per teatro, cinema e “scultura sociale” che si pone obiettivi espressamente militanti; «since its founding — si legge sul sito — IIPM has focused on the multimedia treatment of historical and sociopolitical conflicts». Più che passare al teatro, insomma, Rau ne ha fatto suo il potenziale e lo ha messo a disposizione di una battaglia per la verità che non ha di certo abdicato ai suoi connotati e strumenti originari. D’altronde, quelli che interessano a Milo Rau non sono mai eventi privati ma esclusivamente fatti diventati storici e anche quando si tratta di raccontare episodi di violenza di cui sono responsabili singoli individui, la colpa viene sempre ancorata e perfino ricondotta a ragioni storico-politiche. Attraverso immagini video e letture, il seminario offrirà un ritratto dell’artista e inviterà a una discussione condivisa sulle implicazioni della sua visione etica ed estetica del teatro.
Rossella Menna, PhD in studi letterari linguistici e comparati, insegna letteratura e filosofia del teatro all’Accademia di Brera e co-dirige la rubrica teatrale di Doppiozero. Come ricercatrice si occupa specialmente di drammaturgia contemporanea e di recitazione. È co-autrice di Un’idea più grande di me, libro di conversazioni con Armando Punzo (Luca Sossella Editore 2019), autrice di Qualcosa di sé. Daria Deflorian e il suo teatro (Luca Sossella Editore 2023) e ha curato Tre film. Cinque drammaturgie dedicate al cinema di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini (Luca Sossella Editore 2022). Fa parte del direttivo dell’Associazione Ubu per Franco Quadri e del comitato scientifico dei Premi Ubu ed è tra i giurati del Premio Riccione per l’innovazione drammaturgica.