Grazie al successo di Temporaneamente, Bucaletto, tante persone si sono inoltrate nella realtà di in uno dei quartieri più problematici di Potenza, costruito dopo il terremoto del 1980.
Il 9 ottobre il reading itinerante della compagnia Fanny & Alexander dal titolo Se questo è Levi sull'opera di Primo Levi. Nello stesso giorno Liliana Segre ha tenuto il suo ultimo discorso pubblico prima di ritirarsi a vita privata alla veneranda età di novantanni.
Il “senza” rete di Donato Faruolo e Archizoom: nella comunicazione visiva del festival, il reticolato di No-stop city si anima di strappi e lacerazioni, in cerca di un possibile fuori.
#MutazioniCovid19 è il diario fantastico, parallelo a quello reale, di due amici che si sono scambiati messaggi e foto in alcuni giorni della fase più critica della chiusura totale.
Abbiamo visto gli artisti e gli spettatori entrare nel capannone della Metaltecno – il capannone nella zona industriale di Tito Scalo che accoglie la seconda parte del festival – e manifestare meraviglia come è consono fare entrando in una cattedrale.
Danza, musica, teatro conversazioni sulla città: lo spazio industriale palcoscenico della riflessione sull’oggi.
L'abisso è il vivido e drammatico racconto a sé e agli altri di uno scrittore alle prese con la strage nel Mediterraneo e dell’orrore dell’indifferenza quotidiana, di quella zona grigia che la filosofa Hannah Arendt qualifica come la banalità del male.
La performance di Kepler-452 è stata interamente pensata, scritta e composta durante il lockdown non solo con l’urgenza di capire, ma già con l’intento di non rinunciare a una riflessione individuale e collettiva.
Quale “normalità” dopo il sonno immunizzante? È possibile destarsi se si portano ancora addosso gli interrogativi paralizzanti dell’inquietudine? Cosa non va, cosa è cambiato, quale esperienza ci ha attraversato, cos’è in procinto di accadere?
Siamo alla ricerca di nuovi orizzonti culturali, sociali e politici di fronte a una condizione esistenziale segnata dalla precarietà e dal disorientamento rispetto al futuro.
Costellazione di parole e concetti che propone alcune idee spigolate su varie fonti, o riprese da discussioni e seminari realizzati da Basilicata 1799, attorno al titolo dell’XI edizione del festival: vuoto/pieno.
Nato nel 2017 dall'incontro dell'autore con l'International Art Gallery&Academy “Porta Coeli” di Venosa, il progetto viene presentato alla Biennale d'Arte di Firenze dove riscuote il premio “Lorenzo il Magnifico” per la fotografia.
Proximo e Overload, da prospettive teatrali e drammaturgiche diverse, misurarno gli effetti che le nuove tecnologie e le attuali modalità di comunicazione hanno sul nostro modo di vivere, conoscere, relazionarsi, amare.
Molti gli artisti e gli spettacoli indicati in nomination che hanno fatto parte del programma del Città delle 100 scale festival.
L’inverno delle Supplici nel quartiere Bucaletto, in un frangente delicato e determinante per una storia, in parte non scrivibile, della città.
La falce e il martello: nel racconto di DeLillo e nel flusso di coscienza messo in scena da Gosselin, i simboli di forza e volontà di cambiamento diventano totem di snaturamento sociale e umano.
Un’attualizzazione del dramma shakesperiano nella trasfigurazione circense: nuove letture e nuova vita per un classico.
Il divenire animale e la visione panica di Antonio Ligabue nel lavoro poetico e potente firmato da Francesca Foscarini.
Laboratori site specific e momenti di confronto con autori e critici: protagonisti gli studenti della città.
Lo spettacolo di Babilonia Teatri ripercorre la dinamica del rapporto padre-figlio in un’eterna e rinnovata conflittualità.
Il “giornale notturno” dell’artista olandese Jan Fabre, interpretato da Lino Musella, procede per rapsodie e associazioni nel fondo di una visione artistica e vitale dove umano, animale e inorganico si con-fondono.
Uno spazio aggregativo in cui creare, partecipare, conoscere e condividere. Dieci appuntamenti in corrispondenza di altrettanti eventi del festival.
La macchina spettacolare del duo belga Berlin nella zona industriale di Tito è un dispositivo sulle relazioni che ha rimesso al centro della socialità uno spazio dismesso, riconvertendolo simbolicamente alla produzione di senso.
Vuoto/Pieno. Città delle 100 scale festival ragiona sulla città e ne muta il senso, intervenendo da anni nei luoghi di una nodalità implicita e potenziale, nell’eccentrico, nel periferico, non solo topografico.
Superati i primi dieci anni di attività, l’undicesima edizione del festival si prospetta come quella di transizione.
Il Città delle 100 Scale festival torna a Potenza con un programma internazionale, capace di abitare, come da tradizione, luoghi consueti e spazi urbani insoliti attraverso il teatro e le arti performative.
"Non si tratta più soltanto di ritrarre il mondo. Si tratta di cambiarlo. L'obiettivo non è quello di rappresentare il reale, ma di rendere reale la rappresentazione stessa". Al festival un progetto su e con Milo Rau.
L’essere è singolare e plurale, al tempo stesso, indistintamente e distintamente. È singolarmente plurale e pluralmente singolare. (Jean Luc Nancy)
Yukel, ci parlerai del volto?
Tutti i volti sono il Suo volto; perciò Egli non ne ha nessuno. (Reb Alen, rabbino immaginario di Edmond Jabès)
Appunti su Antonio Negri – in dialogo con Roberto Esposito – che rimettono al centro categorie interpretative dei processi in atto come fuori/dentro.
Favorire la conoscenza e lo scambio di pratiche performative tra gli artisti stranieri e le realtà del territorio italiano.
Appunti per una riflessione intorno al tema del festival. È intorno alla relazione fuori/dentro che ruota il dialogo tra Roberto Esposito e Toni Negri all’interno del volume “Effetto Italian Thought” (Quodlibet, 2017).
Si può immaginare lo svolgersi della nostra esistenza dentro un’inestricabile trasparente gabbia, da cui sembra impossibile uscire. È l’assoluta immanenza.