La XVI edizione del festival si struttura intorno a un interrogativo: è possibile pensare ad un futuro diverso? Dobbiamo davvero credere che questo mondo sia l’unico possibile come se fossimo pedine in un gioco di una serie distopica?
La narrazione prevalente designa un tempo di tramonto e decadenza, prospetta un orizzonte offuscato dalle tenebre in attesa della fine e del caos, cioè dell’apocalisse. È proprio così o sono i nostri sguardi che non hanno forza, o coraggio forse, di aprirsi ad altre prospettive, costretti, come gli incatenati nella caverna platonica, a nutrirsi di ombre, distorsioni e illusioni? È possibile – ci chiediamo – un’altra o altre narrazioni, rovesciare l’ordine del discorso, raccontare con l’economia, la filosofia, l’arte, la scienza, la letteratura, il teatro una contro-storia del presente, pur senza parole date, o con segni e locuzioni da ricercare?
Il grande antropologo Ernesto de Martino, nella sua opera incompiuta su La fine del mondo e le apocalissi culturali, distingueva tra la fine del mondo e la fine di un mondo, sottolineando, in tal modo, due modalità... [leggi tutto]
A causa di un problema di salute dell'attrice, lo spettacolo Tchaïka di Natacha Belova e Tita Iacobelli, in programma per il 10 settembre, è rinviato a data da destinarsi.
Progetto rivolto a studentesse e studenti delle scuole di secondo grado (3a, 4a, 5a classe). Focus: "Serie televisive – Intelligenza Artificiale generativa nei nuovi orizzonti immaginativi". Scadenza per partecipare: 30 settembre 2024.
Un’anticipazione del festival con un primo appuntamento inedito: venerdì 17 maggio, al Piccolo teatro di Potenza, salirà sul palco Steven Brown, compositore e polistrumentista americano, cofondatore della band cult della new wave, i Tuxedomoon.