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Kepler 452, Il Capitale (foto Luca del Pia)
Kepler-452

Il Capitale. Un libro che ancora non abbiamo letto

8 ottobre 2023, ore 20.30

Potenza, teatro Don Bosco

8 euro / ridotto 6 euro [acquista online]

Un progetto di Kepler-452. Drammaturgia e regia Enrico Baraldi e Nicola Borghesi. Con Nicola Borghesi e Tiziana De Biasio, Felice Ieraci, Francesco Iorio - Collettivo di fabbrica lavoratori GKN e con la partecipazione di Dario Salvetti. Luci e spazio scenico Vincent Longuemare. Sound design Alberto Bebo Guidetti. Video e documentazione Chiara Caliò. Consulenza tecnico-scientifica su “Il Capitale” di Karl Marx Giovanni Zanotti. Produzione Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale.

kepler452.it

La storia dell’incontro tra una compagnia di teatro e un gruppo di operai metalmeccanici in una fabbrica occupata, insieme sulla scena.

Una compagnia di teatro che decide di mettere in scena Il Capitale di Karl Marx.
Lo decide perché, dopo la fine del primo lockdown, sente forte la necessità di mettersi in ascolto di chi, nella fase immediatamente successiva, avrebbe perso il posto di lavoro. Nicola ed Enrico decidono così di girare l’Italia alla ricerca di quei luoghi in cui le pagine di Marx diventano persone, luoghi, accadimenti. Parlano con braccianti agricoli sikh, lavoratori della logistica, sindacalisti di base. Un giorno finiscono in una fabbrica, la GKN di Campi Bisenzio, che ha appena chiuso. In un mattino dell’estate 2021, il 9 luglio per la precisione, i 422 operai che ci lavorano ricevono una mail: non devono tornare al lavoro il giorno dopo: sono licenziati. Da quel giorno gli operai occupano la fabbrica, organizzano una mensa, un ufficio propaganda, dei turni di guardia, per impedire che venga smantellata. I primi giorni dell’autunno la compagnia entra per la prima volta alla GKN. Gli operai li invitano a mangiare il cinghiale con loro. La compagnia accetta e chiede pure se possono fermarsi a vivere lì per un po’, per raccogliere materiale per uno spettacolo che si chiama Il Capitale, ispirato all’omonimo libro di Karl Marx. Gli operai dicono di sì. Da quel giorno, per quell’autunno, loro dormono lì, dentro la fabbrica occupata, su delle brandine. Guadagnano anche un soprannome (in fabbrica tutti ne hanno uno), legato alla loro costante presenza e al numero di domande che rivolgono agli operai in presidio: quelli della DIGOS.
Nel tempo che trascorrono alla GKN, Nicola ed Enrico intervistano centinaia di operai, partecipano a picchetti, assemblee, manifestazioni, ascoltano, partecipano, osservano, cercando di volta in volta di tornare alle pagine di Marx per tentare di instaurare un dialogo creativo tra Il Capitale e quello che succede al presidio, tra un classico della letteratura filosofica ed economica e un gruppo di esseri umani in carne ed ossa. Poi la loro attenzione si concentra su tre persone in particolare: Iorio, manutentore, Felice, operaio addetto al montaggio e Tiziana, operaia addetta alle pulizie, che invitano in teatro con loro, a Bologna, per fare insieme uno spettacolo. Comincia così la creazione del Capitale, uno spettacolo che racconta cosa significa trascorrere vent’anni in fabbrica a fare dei pezzi, delle differenze tra chi lo ha fatto e chi non lo ha fatto mai, dell’estrazione di plusvalore, della chiusura di una fabbrica tra tante, di cosa succede quando un gruppo di operai decide di tentare di fare la storia, di come per qualche tempo le logiche del Capitale vengano estromesse da un perimetro di spazio, quello di uno stabilimento industriale occupato. Di come il Capitale, prima o poi torni a presentare il conto. Il Capitale è soprattutto uno spettacolo sul tempo, sul suo scorrere, su chi lo possiede, su chi lo vende, lo acquista, lo libera.


kepler452 il capitale large luca del pia

Kepler-452 nasce nel 2015 a Bologna dall’incontro tra Nicola Borghesi, Enrico Baraldi, Paola Aiello e, per la parte organizzativa, prima Michela Buscema e poi, dal 2021, Roberta Gabriele. Fin dalla sua nascita la compagnia coltiva un’ambizione, un desiderio, un’urgenza: aprire le porte dei teatri, uscire, osservare, attraverso la lente della scena, ciò che c’è fuori, nell’incrollabile convinzione che la realtà abbia una forza drammaturgica autonoma, che aspetta solo di essere organizzata in scena. I formati teatrali realizzati da Kepler-452 spaziano dal coinvolgimento in scena di non-professionisti (o attori-mondo, come preferiamo chiamarli) sulla base delle proprie biografie, a reportage teatrali che trasformano indagini sul reale in momenti performativi, alla creazione di percorsi audioguidati e altri dispositivi di interazione con lo spazio urbano, fino alla realizzazione del Festival 20 30 che, a partire dal 2014, ha portato in scena varie centinaia di under 30 nel tentativo di tracciare un affresco generazionale. A partire dal 2018 comincia un percorso di produzione con Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale che porta alla realizzazione, nel 2018, di Il giardino dei ciliegi - Trent’anni di felicità in comodato d’uso, spettacolo vincitore del Premio Rete Critica 2018, in cui il testo di Cechov incontra la storia di uno sgombero realmente accaduto in Italia nel 2015; F. - Perdere le cose, che debutta a VIE Festival nel 2019, e affronta la vicenda di un migrante senza documenti che, secondo la legge italiana, non può entrare in scena; nel 2022 debutta Il Capitale - Un libro che ancora non abbiamo letto, in cui il fondamentale testo di Marx è raccontato attraverso la voce e i corpi di un gruppo di operai della GKN di Firenze, un’azienda i cui lavoratori sono stati licenziati in blocco con un’e-mail nel luglio del 2019. Per il Museo della Memoria di Ustica, nel 2019, realizza È assurdo pensare che gli aerei volino, che tenta la ricostruzione delle biografie di alcune delle vittime dell’incidente che ha coinvolto il DC-9 nel 1980. A partire dal 2017 realizza diverse edizioni di Comizi d’amore, un format di teatro partecipato che racconta in scena alcune comunità a partire dalle domande poste da Pasolini nel suo documentario omonimo. Nel 2021 Comizi d’amore è lo spettacolo di apertura del FIBA, Festival Internacional de Buenos Aires, in una speciale edizione diretta da remoto, durante il periodo di lockdown. Kepler crea anche una lunga serie di percorsi audioguidati intitolata Lapsus Urbano, che esplorano gli spazi urbani nel tentativo di ribaltare lo sguardo quotidiano sulle città. Nel periodo pandemico la compagnia propone diversi format “interstiziali”, animati dalla volontà di dialogare con le restrizioni e non rinunciare alla possibilità del teatro in un momento in cui questo è apparentemente impossibile: Lapsus Urbano // Il primo giorno possibile, un percorso audioguidato in cui la distanza tra gli spettatori, insieme alla memoria di ciò che è accaduto durante il primo lockdown, è il tema fondante della performance; Consegne - Spedizioni notturne per città deserte e Coprifuoco, due esperimenti teatrali pandemici in cui un attore travestito da rider tenta una consegna ad uno spettatore travestito da destinatario. Nel 2020 vince, per il proprio percorso, il premio “Gli asini”, attribuito dall’omonima rivista diretta da Goffredo Fofi. A maggio 2021 la compagnia debutta con Gli Altri. Indagine sui nuovissimi Mostri, dedicato all’odio sociale e social, drammaturgia di Riccardo Tabilio e Nicola Borghesi, che ne è anche interprete a solo. Nel 2022 la compagnia vince il bando Daily Bread di Stronger Peripheries, accedendo a una serie di residenze tra Italia e Ungheria. Nello stesso anno Nicola Borghesi incontra, nei corridoi dei teatri che comunemente frequentano, Enzo Vetrano e Stefano Randisi, storica coppia teatrale cuore pulsante di una tradizione teatrale antichissima e contemporanea. Tra loro scatta una strana, ineffabile scintilla, a luglio 2022, nell’ambito di Radicondoli Festival, debutta il loro spettacolo in coproduzione, Grazie della squisita prova.

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