Superati i primi dieci anni di attività, l’undicesima edizione del festival si prospetta come quella di transizione.
La presentazione
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Far “vuoto” nel senso di sfoltire, far largo intorno per permettere ad altro di manifestarsi e non ricadere in cliché o formule rassicuranti.
Il Città delle 100 Scale festival si propone alla città con una programmazione densa come sempre di appuntamenti e spunti di pensiero, ma anche con la consapevolezza che sia il concetto stesso di festival a meritare un ulteriore approfondimento. Da qui è partita anche la conversazione informale con cui, domenica 8 settembre, nel locale Il Cantiere di Potenza, è stato presentato il programma al pubblico e alla stampa.
Nei saluti, l'assessore alla Cultura del Comune di Potenza, Stefania D'Ottavia, ha voluto sottolineare la necessaria collaborazione tra l'istituzione cittadina e un festival che, come il 100 Scale, se può proporsi alla città è grazie a una poderosa macchina organizzativa.
Dopo l’excursus sul programma, i curatori del festival Francesco Scaringi e Giuseppe Biscaglia, hanno condiviso la riflessione sull'idea di rinnovamento, inevitabilmente collegata anche al tema scelto per l'edizione: vuoto/pieno.
«Sarà un’edizione di transizione che guarda al futuro. Abbiamo scelto ancora una volta una coppia di termini che metta in tensione tra loro significati diversi», hanno spiegato. «Il festival, giunto alla sua undicesima edizione, ha alle spalle un lungo percorso e si è ritagliato uno spazio importante nel contesto dei festival pluridisciplinari e di arti performative, come nella vita culturale della regione. È ormai “pieno” di esperienza e memoria. Questo impone di stare molto attenti, però, al rischio della ripetizione, della tautologia. Da qui l’esigenza di far “vuoto”, nel senso di sfoltire, far largo intorno per permettere ad altro di manifestarsi e non ricadere in cliché o formule rassicuranti, soprattutto oggi è necessario muoversi con attenzione nella grande quantità di messaggi e di prodotti che affollano il nostro contesto culturale ed economico, porre attenzione a non diventare, consapevolmente o inconsapevolmente, consolatori o celebrativi».
«Oggi – hanno aggiunto – è necessario muoversi con attenzione nella grande quantità di messaggi e di prodotti che affollano il nostro contesto culturale ed economico, porre attenzione a non diventare, consapevolmente o inconsapevolmente, operazione narcisistica. Si tratta d’inseguire invece l’inquietudine dei tempi a cui apparteniamo, attraversare i limiti di un “Umanesimo” che ha perso la propria bussola, o che forse risulta insufficiente nella sfida di comprendere il mondo circostante. Città delle 100 Scale è un festival che prende in considerazione la città, lavorando sempre, in varie forme, dentro e a fianco a essa, per scioglierne e rivelarne le complessità, le contraddizioni, le mutazioni ancora invisibili sul piano delle rappresentazioni collettive».
Il Città delle 100 Scale festival è prodotto dall’associazione Basilicata 1799, in collaborazione con MiBAC e Regione Basilicata - Ufficio sistemi culturali e turistici, e con il patrocinio del Comune di Potenza.
foto © Salvatore Laurenzana