Sono passati esattamente quarant'anni dal terremoto del novembre 1980.
Per i ragazzi fu un banco di prova che li rese immediatamente adulti; per molti rappresentò il momento dell'impegno concreto, della solidarietà e della politica. L’imperativo era “darsi da fare”, al di là del dolore e dei lutti. Diventò impellente costruire un orizzonte di senso, un progetto per il futuro. Fu un’esperienza profonda che segnò il vissuto di tante persone, ma al tempo stesso esaltante nell'incontro con i tanti italiani – e non solo – che vennero in soccorso prima e meglio di uno Stato inefficiente.
Certo, molto di quella speranza non si è realizzata e il dopo terremoto è stato pieno di contraddizioni e di fallimenti per colpa di una politica miope, che rafforzò allora e che continua ancora oggi a rafforzare comportamenti egoistici e conflittuali. Tutto è ancora visibile e palpabile in uno "sviluppo" mai partito e in case vuote, ricostruite e mai abitate, un patrimonio edilizio alla deriva con una rinnovata emigrazione. Però oggi non si può guardare al passato senza riflettere e constatare che tanti errori ancora si commettono a discapito della sicurezza e salute dei cittadini. Basta dare un'occhiata al dissesto territoriale dell'Italia.
Sismicità è un progetto del festival che non vuol essere una commemorazione. Si tratta, piuttosto, dell’intersecarsi con un passato che è ancora presente, che segnò la vita di tanti, che determinò il futuro di una intera generazione. In tempo di pandemia, ritorna con prepotenza il tema delle catastrofi, che rende il futuro incerto e carico di aspettative senza poter determinare alcuna direzione precisa. Sono i momenti in cui le comunità possono sfaldarsi costrette a misurarsi con la novità, così come oscillano i sentimenti tra paura e richiesta di rassicurazioni, e ci si confronta con una natura esclusa dal nostro orizzonte, ma che si manifesta prepotentemente segnalandoci che noi ne siamo solo una parte.
La nostra scelta di alludere al terremoto è determinata dalla voglia di comprendere come esso si è stratificato nella memoria attraverso le varie generazioni e come ha conformato le cose, e la vita di una città, come una grande esperienza del passato si intrecci con il momento attuale, che diventerà, anch’esso, punto di discrimine tra un prima e un poi.