Rivisitazione da “Il sacro della primavera” di Igor Stravinsky
L'idea
L’adolescenza è l'unico momento dove abbiamo imparato qualcosa
— Marcel Proust
Prendiamo un colossal; 35/37 minuti di un capolavoro. L'unico modo possibile per raccontare uno dei momenti più turbolenti della nostra vita. Un modo per innalzarlo, elevarlo fino a quando diventa fenomeno, leggenda, e infine sacrificio.
“La ricreazione non è più un luogo sicuro, l'ora di ginnastica non è precisamente un momento di virilità, le insegnanti mi fanno tremare, gli hamburger mi fanno schifo e nessuno, nessuno ... mi può capire”.
Un modo ironico per parlare del più grave fenomeno internazionale degli ultimi 10 anni all’interno delle scuole: il 41% degli adolescenti subisce aggressioni fisiche / verbali nella scuola elementare. Il 26% al Liceo. 2 su 6 vengono presi in giro perché portano gli occhiali; 3 su 6 perché sono in sovrappeso.
Perché siamo così fragili a quell'età?
oppure
Perché siamo così crudeli?
È forse ingiusto non avere ancora tutte le carte in tavola per capire come agire, come comportarsi, come difendere e come difendersi?
Eppure è il primo passaggio, è la prima messa alla prova. La più difficile sicuramente. Si dice che se il giovane risolve e supera tutti i problemi diventerà un adulto.
Il problema è che proprio in quel momento non sappiamo niente, e siamo bombardati da sensazioni immense, completamente nuove e ingigantite dagli ormoni.
Può sembrare tutto irrisolvibile.
Può sembrare tutto infinito.
Portiamo in scena l'argomento del bullismo con il linguaggio del corpo. Una pièce di teatro fisico su un’opera maestosa e imponente come “Le sacre du printemps” – una delle poche abbastanza feroci per accompagnare un momento così prepotente e segnante delle nostre vite.
In scena teen-agers impegnati a raccontare e a raccontarsi nei loro scontri, conflitti, forze e caratteri.
Se l'adolescenza è una vera valanga che ci sommerge, possiamo uscirne indenni?
O ci saranno perdite?
Come mai una delle prime caratteristiche che si manifesta nei bambini è una sorta di malvagità? Poco aiuto, discriminazione, razzismo, insulti...
e soprattutto com’è che tutto questo conduce ad amare o a odiare tutto quello che circonda gli anni seguenti senza mezze misure?
Siamo spinti a raggiungere limiti, a tenerci tutto dentro finchè non è il corpo stesso a modificarsi.
E come un contenitore che si adegua ad un’età, senza preavviso, brutalmente, prende forma.
Siamo eccessi, pensieri, miliardi di parole e di azioni ancora embrionali, ma tutte “prime assolute”.
È tutto nuovo, ed è tutto all'ennesima potenza.
“...e come dopo una tempesta, fare ritorno a casa e non ricordare nulla di quello che è successo.”
Il processo
L'adolescenza lascia un bel ricordo solo agli adulti con una cattiva memoria
— François Truffaut
L'obiettivo è quello di lavorare e inserire nella performance vera e propria una quindicina di ragazzi/e tra i 14 e i 18 anni. Vorremmo tradurre gli anni complessi e potenti dell'adolescenza con il linguaggio della danza e del teatro fisico. In scena, quindi, un gruppo di giovani che raccontano i loro anni. Noi - dall'altra parte - cercheremo di ricordare quella che è stata la nostra adolescenza e li aiuteremo ad analizzare e a canalizzare un momento di passaggio complesso, dando loro gli strumenti per esprimersi in modo artistico e creativo.
Un modo di crescere nell'adolescenza attraverso una linea poetica ed espressiva, cercando di comprendere ciò che si è. Aprendosi al mondo esterno e, con coraggio, portando in scena una verità, un’attualità, i desideri di una generazione - spesso definita - “sgraziata”.
Un progetto formativo site-specific per la scuola, per la città, per il territorio. Un progetto che vuole aprire un dialogo con la società, con gli insegnanti, con i genitori a partire dai desideri di una generazione – quella dei teen-agers. Un progetto che intende mettere in scena un vero e proprio spettacolo.
Una nuova scommessa per un giovane coreografo - Carlo Massari e per la sua C&C Company - già abituati a lavorare a stretto contatto con la città, e che questa volta, a Potenza, decide di incontrare una generazione “al limite”. Uno spettacolo che vede protagonisti i ragazzi, e dedicato ai ragazzi.