Osservare la storia e raccontarla con passione e consapevolezza mantenendo allo stesso tempo una notevole distanza utilizzando parole capaci di produrre calore in luoghi freddi. Vocaboli che si susseguono in una sorta di spartito come note che danno vita a un arrangiamento a una narrazione che sembra quasi musicale attraverso dialoghi fuori dal comune. Julien Gosselin torna a confrontarsi con la letteratura contemporanea affrontando il racconto Falce e martello di Don DeLillo. Jerold Bradway è uno speculatore rinchiuso all’interno di una prigione di minima sicurezza per criminali della finanza. Insieme con i suoi compagni di cella è costretto a guardare ogni giorno un notiziario di economia su un canale televisivo per ragazzi scritto dalla propria ex moglie e presentato dalle sue due figlie rispettivamente di dieci e dodici anni, in cui si parla di costanti crisi finanziarie. Il regista francese porta in scena questa storia costruendo un monologo potente per riflettere sul vuoto contemporaneo e sul nostro rapporto con il denaro.
La performance rivela l’americanità di DeLillo nella magica padronanza di un rapporto tra realtà e lievitazione fantastica. La paura, il timore, possono trasformarsi in forza grazie proprio alla virtù della parola. Falce e martello è proprio un monologo dai tratti deliranti di questo detenuto in cui la scrittura diventa estremamente nervosa e ritmica, alienante, aggrappandosi a ripetizioni ossessive di termini di cronaca quali crisi, Grecia, rivolta così attuali nella realtà economico-sociale contemporanea.
Julien Gosselin. È tra i nomi di punta della nuova regia francese. Termina l’Ecole professionnelle supérieure d’art dramatique de Lille nel 2009 e crea insieme con i suoi colleghi Guillaume Bachelé, Antoine Ferron, Noémie Gantier, Alexandre Lecroc, Victoria Quesnel et Tiphaine Raffier la compagnia Si vous pouviez lécher mon cœur. Con loro, nel 2010 dà vita al suo primo spettacolo, Genova 01, dal celebre testo di Fausto Paravidino con debutto al Théâtre du Nord. Nel 2012 firma un secondo lavoro, Tristesse Animal Noir questa volta basato su un testo di Anja Hilling. Ma è con Les Particules Elémentaires di Michel Houellebecq, presentato a Romaeuropa nel 2017, che Gosselin si afferma nel panorama internazionale come uno dei registi più sorprendenti della sua generazione in dialogo costante con la grande letteratura contemporanea. Nel 2016 al festival di Avignone insieme con la sua compagnia, Gosselin presenta 2666 da Roberto Bolaño, mentre nel 2018 debutta, nella stessa cittadina francese, con uno spettacolo di otto ore basato su alcuni dei più celebri romanzi dell’autore americano Don DeLillo: Players, Mao II, e The Names. La performance che presenta da noi, Falce e Martello nasce in seno a quest’ultimo progetto. C’è molta curiosità per il futuro. Nel 2021, infatti, Si vous pouviez lécher mon cœur si stabilirà in uno spazio teatrale sul porto di Calais. Un momento atteso come un nuovo punto di svolta e crescita per la compagnia.