Contemplazione e And it burns, burns, burns sono, rispettivamente, il primo e l’ultimo quadro, il sesto, di un progetto biennale 2015/2016 dedicato al mito di Prometeo e, per la prima volta, sono presentati in successione, articolando una inedita visione di alcune delle sezioni coreografiche più significative dell’intera creazione. La consegna di Prometeo è condurre l’umanità all’esercizio della conoscenza, di una pratica tesa alla creazione e all’articolazione di una grammatica generativa, multiforme e complessa. La partitura delle azioni è organizzata, ma l’ostinazione della pratica riapre ogni volta i confini delle tattilità, esponendo ogni iniziativa d’azione alla fragilità del presente, nitido e sospeso, della scena. Una palestra ritmica dove incidono la reversibilità delle regole e la loro mescolanza. L’agire della figura sola del primo quadro, Contemplazione, così come i gesti e le danze dei tre performer in And it burns, burns, burns qui presentato in modalità di estratto, prendono forma di palestra ritmica, in cui la téchne prometeica diventa esercizio del “saper fare” dei corpi e del loro interagire. Sono Anna e Arianna, di tredici e quindici anni, a tessere la trama del costrutto coreografico. Irrompono nello spazio e all’unisono segnano le traiettorie su cui s’innesterà l’intero percorso, scandendo le tappe di un possibile dialogo. Lo slancio atletico e il fraseggio coreografico articolano le posture. L’ostinazione della pratica riapre ogni volta la possibilità di un arresto, esponendo i corpi a una continua immersione nel tracciato delle azioni. È una fiamma che non si estingue: l’orizzonte resta sospeso tra possibilità di caduta o elevazione.
Simona Bertozzi. Coreografa e danzatrice con un background da ginnasta, laureata al Dams di Bologna, si forma in danza contemporanea tra Francia, Spagna, Belgio e Inghilterra e danza, tra gli altri, per il catalano Tòmas Aragay e Virgilio Sieni. Dal 2005 è impegnata in un percorso autoriale di ricerca e creazione coreografica. Nel 2008 costituisce la Compagnia Simona Bertozzi|Nexus. Negli anni i suoi progetti hanno ottenuto sostegni e ospitalità da parte di importanti circuiti regionali, italiani ed europei, mediante coproduzioni e residenze coreografiche.
Tra i progetti più recenti emergono il Prometeo, composto da sei episodi coreografici tra cui And it burns, burns, burns finalista ai Premi UBU 2017 come Miglior spettacolo di Danza, Anatomia creato con Francesco Giomi (Tempo reale Firenze) ed Enrico Pitozzi (Università di Bologna) e Joie de Vivre coprodotto da Emilia Romagna Teatro Fondazione, Fondazione Teatro comunale di Modena e Nexus in collaborazione con Fondazione nazionale della danza Aterballetto.
Dal 2014 il percorso di creazione si è rivolto anche a giovani interpreti, coinvolgendo bambini e adolescenti. Da segnalare, tra tutti, Guardare ad altezza d’erba, lavoro coprodotto dalla Biennale Danza di Venezia e Lotus, progetto vincitore del Bando Migrarti 2017. Le creazioni hanno ampia circuitazione in festival, rassegne e stagioni teatrali, in ambito nazionale e internazionale, tra cui Romaeuropa, Biennale Danza Venezia, Aerowaves, Dance Week Festival Zagreb, Tanec Praha, Correios em Movimento Rio de Janeiro, Masdanza International Festival of the Canary Islands, Intradance Mosca, Fringe Festival Edimburgo, Les Brigittines Bruxelles… Parallelamente all’attività di creazione, si occupa anche di percorsi di alta formazione e collabora con ricercatori e studiosi di arti performative. Nel 2019 vince il Premio Hystrio Corpo a Corpo.