Questo sito web utilizza i cookie per gestire l'autenticazione, la navigazione e altre funzioni. Utilizzando il nostro sito, l'utente accetta che possano essere utilizzati questo tipo di cookie sul proprio dispositivo.

Alveare Beffo

in concerto

17 settembre 2018, ore 21.00

Potenza, spazio ex Cip Zoo

gratuito

Batteria Pasquale Rea. Basso Michele Perillo. Chitarre e synth Raffaele Bove.

facebook.com/alveare.beffo

Dall’unione delle menti geniali di un matematico (Raffaele Bove, chitarra e synth), uno psicologo (Michele Perillo, basso) e un architetto (Pasquale Rea, batteria) nasce il progetto musicale Alveare Beffo.
Le inedite performance del gruppo si basano sui significati ontologici del concetto di Loop. Dice Il chitarrista, Raffaele Bove: “Il loop è un ciclo all’interno di un programma. Ogni loop deve avere una condizione di uscita; è necessario che il programma sappia quando il ciclo deve terminare per non andare in overflow. In musica, la sovrapposizione di molteplici loop può generare armonia e dissonanze.” E Alveare Beffo è proprio questo: una costante alternanza di armonia, dissonanze e improvvisazioni rigorose che coinvolgono il pubblico in un viaggio sensoriale in cui il genere post rock diventa un pretesto per esplorare trame e sovrapposizioni sonore. L’utilizzo dei loop passa in questo modo da esigenza a pretesto tecnico. Quello che rimane al centro della performance è la necessità di creare un magma sonoro che, a partire da scansioni ritmiche e armoniche semplici, diventa via via più complesso, fino a sfiorare, in certi momenti, il noise, con lo scopo costante di creare sonorità avvolgenti.
Alveare Beffo riesce a miscelare gli elementi chiave del post rock come stop and go, crescendi ed esplosioni dinamiche a quelli della musica elettronica esplorando molteplici universi, dal rock al funk, dalla jungle al jazz.
La musica non è la sola componente delle esibizioni di Alveare Beffo. I video proiettati spaziano dalle produzioni documentaristiche a eleganti rievocazioni del cinema surrealista. Ciò che scaturisce dall’unione delle componenti video e musicali è un risultato provocatorio, ma assolutamente godibile.
Visioni ridondanti e minimalismi barocchi per ricordare che il ruolo dell’artista è capovolgere e, alle volte, stravolgere il suo pubblico, per mantenerlo vivo e in costante attesa dell’evoluzione successiva. Ovviamente, tutto ciò risulterebbe oltremodo sterile se non ci fosse uno strutturato background tecnico, capace di sostenere i virtuosismi sperimentali che sono la vera cifra stilistica di una formazione molto recente (marzo 2018), ma estremamente solida.

center col-12"> sito web Vertigo soc. coop | Area riservata