Nel 1986, l'omicidio del premier svedese Olof Palme fu uno degli eventi più traumatici della storia contemporanea europea, e sconvolse gli equilibri politici del tempo. Presidente del Partito Socialdemocratico dal 1969 al 1986, Olof Palme divenne primo ministro due volte, portando avanti una politica decisa e coraggiosa anche sul piano internazionale. Opponendosi infatti alla guerra in Vietnam, all'apartheid, alla proliferazione delle armi nucleari e a Pinochet, Palme intrattenne invece buoni rapporti con il blocco comunista (pur criticandone duramente il totalitarismo), con la Cuba di Fidel Castro ed il Cile di Salvador Allende. Fu assassinato durante il suo secondo mandato, e a distanza di tanto tempo ancora non si hanno i nomi dei colpevoli. Ci sono indizi che legano addirittura la CIA, la P2 e Licio Gelli al complotto attorno all’omicidio, ma esistono tracce di coinvolgimento dei servizi segreti sudafricani, di terroristi curdi e neonazisti scandinavi. Nessuno ha un alibi, tutti hanno un movente.
L’omicidio di Olof Palme è un coldcase per eccellenza. E questo monologo è un giallo. Gul, in svedese. C'è infatti una poliziotta, sola e testarda; una vittima; un assassino; una vedova; complotti politici. C'è un mistero da risolvere. Il nuovo spettacolo di Koreja, campo d’azione teatrale che Salvatore Tramacere ha fondato in un paesino in provincia di Lecce nel 1985, si muove sempre sulla scia di quanto caratterizza la compagnia fin dalle sue origini:
Il progetto artistico di Koreja è fatto di "opere", di "azioni" e di "storie" (piccole o grandi che si voglia) che partono da lontano; e soprattutto dall'esigenza profonda di costruire nel nostro amato/odiato Sud una "residenza del teatro e della cultura" aperta alle innovazioni, al confronto fra le diverse generazioni, un caleidoscopio di arti, generi e pratiche dove alle nostre radici abbiamo sempre dato la stessa attenzione e importanza delle radici e delle lingue degli altri, in un rapporto di reciproco rispetto.