Amleto Take away, affresco tragicomico che scandaglia – con ironia e amarezza – i paradossi, gli ossimori e le contraddizioni del nostro tempo, nasce dall’incontro tra uno dei teatri privati di maggiore successo (il Teatro dell’Elfo) tra i pochi enti culturali che hanno scelto in Italia la forma societaria (si è infatti trasformato, nel 2012, da cooperativa teatrale in impresa sociale) e la compagnia Berardi Casolari, che riunisce l’attore pugliese non vedente Gianfranco Berardi e l’attrice Gabriella Casolari, emiliana. Il duo, che mette in scena opere originali di drammaturgia contemporanea, si muove fra il teatro tradizionale ed un linguaggio più sperimentale ed innovativo, e definisce i propri lavori delle “Tragicommedie”, in cui la miseria del vivere diventa spunto comico e la leggerezza un veicolo per la riflessione.
Ancora una volta Berardi e Casolari partono dalle parole, diventate ormai più un simbolo che un significato; etichette, più che mezzi di comprensione di un mondo dove «tutto è rovesciato, capovolto, dove l'etica è una banca, le missioni sono di pace e la guerra è preventiva». Dove l’osservazione della realtà che ci circonda attrae ma spaventa, per come tutto appare schiacciato tra alternative spesso inaccettabili:«fra i barbari del nord e i nomadi del sud (…) fra lo studio che non serve e il lavoro che non c'è…»
Così, un po' per provocazione, un po' per gioco meta-teatrale, in questo percorso si è inserito l'Amleto di Shakespeare. «Amleto, simbolo del dubbio e dell'insicurezza, icona del disagio e dell'inadeguatezza, è risultato, passo dopo passo, il personaggio ideale cui affidare il testimone di questa indagine». Ma questo Amleto preferisce fallire piuttosto che rinunciare; non tentenna, non indugia, non si fa molte domande e decide di tuffarsi impetuosamente nelle cose.
To be o fb, questo è il problema! Chiudere gli occhi e tuffarsi dentro sé e accettarsi per quello che si è, isolandosi da community virtuali per guardare da vicino e cercare di capire la realtà in cui si vive? O affannarsi per postare foto in posa tutte belle, senza rughe, seducenti, sorridenti, grazie all'app di photoshop? Dimostrare ad ogni costo di essere felici mettendo dei ‘mi piaci' sui profili degli amici. (…) Farsi un selfie perché il mondo sappia dove sono, con chi sono, e come sto. Apparire, apparire, apparire, bello, figo, number one e sentirsi finalmente invidiato. To be or fb, this is the question.
Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari