Un bel mattino ci sveglieremo e capiremo che siamo morti.
Claudio Lolli, 1973
«Desolato, io non c'ero quando è morto Moro. Aldo è morto senza il mio conforto. Quando Moro è morto, non me ne sono accorto. Era il 9 maggio 1978. Non avevo ancora quattro anni. Ma dov'ero io quel 9 maggio? E cosa facevo? A che pensavo? E soprattutto a voi che ve ne importa? È una cosa importante cosa facevo e che pensavo io a tre anni e mezzo? Aldo è morto, poveraccio. Aldo Moro, lo statista. Cose che capitavano negli anni '70. Bisognava fare la rivoluzione. Chi? Brigate rosse. Era il 9 maggio del 1978. Brigate rosse, sì. Ma rosse in che senso?»
Un attore nato negli anni '70, che di quegli anni non ha alcun ricordo o memoria personale, partendo dalla vicenda del tragico sequestro di Aldo Moro, trauma epocale che ha segnato la storia della Repubblica italiana, si confronta con l'impatto che questo evento ha avuto nell'immaginario collettivo. In scena, assieme al suo corpo e a pochi oggetti, solo la volontà di affondare fino al collo in una materia spinosa e delicata senza alcuna retorica o pietismo.
Nel 2013, in collaborazione con il Teatro dell'Orologio di Roma e Fondazione Romaeuropa, dallo spettacolo è nato il progetto Aldo morto 54: 54 giorni di repliche dello spettacolo Aldo morto e 54 giorni di autoreclusione di Daniele Timpano in streaming in una cella ricostruita appositamente in teatro. Aldo morto 54 ha vinto il premio Nico Garrone 2013.