In scena una lavatrice. Da essa provengono rumori, forse voci, forse ferite di un passato o di una memoria; un segreto, forse, che essa contiene. Siamo di fronte ad un oggetto del quotidiano, che pare continuare a svolgere la sua funzione indifferente alla nostra presenza; un performer, vicino ad essa, comincia a tracciare una linea rossa, con calma attende che la lavatrice finisca il suo compito. Con l'installazione–performance Oblò, Stellato ci introduce all’interno della sua riflessione tra l’uomo e gli oggetti che abita, o da cui forse è abitato, nella vita di tutti i giorni, troppo spesso caratterizzata dalla dimenticanza e dall’oblìo, termine così prossimo al titolo dell’opera.
“È vietato oltrepassare la linea gialla”. La voce proveniente dall’altoparlante si confonde con i rumori della stazione. Voci, passi, conversazioni, telefonate.
A pochi passi dalla linea gialla, un distributore automatico di snack e bibite osserva la gente che passa, ne ascolta i pensieri, ne registra i ricordi, pronto a esaudire dei piccoli desideri in cambio di poche monete. Poi improvvisamente, senza che nessuno lo azioni, inizia a sputare fuori oggetti diversi: una scarpa, un libro, uno spazzolino da denti... Oggetti smarriti, ricordi di qualcuno che è passato lì davanti, ognuno per un motivo diverso: chi andava al lavoro, chi tornava a casa, chi scappava. E ogni oggetto ci racconta una storia diversa, tanti viaggi diversi, ma che forse hanno tutti un minimo comune denominatore: il tentativo di migliorare la propria esistenza. Compreso il viaggio probabilmente più difficile da affrontare: quello per sopravvivere.
Mind the gap, come il precedente Oblò, di cui può essere considerato una sorta di secondo capitolo, anche questo lavoro sonda il limite tra installazione e performance teatrale. Partendo dal rapporto uomo-macchina, lambisce il tema della migrazione e del viaggio, tentando una riflessione sulla percezione che la società contemporanea ha di se stessa e dell’“altro”.
Giuseppe Stellato
Nasce a Caserta nel 1979. Nel 2008 si diploma all’Accademia di Belle Arti di Napoli in arti visive e discipline per lo spettacolo con una tesi sull’installazione multimediale. Ha all’attivo numerose partecipazioni a mostre ed esposizioni nazionali ed internazionali sia con lavori personali che con interventi site specific (Madre di Napoli, La Générale di Parigi, Museo Campano di Capua, Castello Carlo V di Lecce). Per il teatro realizza nel 2010 Il sonno di Benino un’installazione multimediale presentata al Nuovo Teatro Nuovo di Napoli. Dal 2014 è membro di stabilemobile e nel 2015 firma le scenografie degli spettacoli: Ti regalo la mia morte, Veronika, MA, e L’importanza di essere Earnest, tutti per la regia di Antonio Latella. Nel 2017, sempre con Latella, firma le scene di Pinocchio, al Piccolo di Milano e successivamente progetta e realizza le scene di Aiace di Linda Dalisi e di Essere bugiardo per la regia di Emiliano Masala. A settembre firma la regia di Oblò, installazione-performance presentata al Terni Festival 2017.
stabilemobile nasce dalla volontà di trovare una sintesi tra stabilità produttiva in ambito teatrale e mobilità artistica e geografica. La compagnia riunita intorno ad Antonio Latella e composta da collaboratori artistici, organizzatori e tecnici non riceve fondi ministeriali e ha presentato i suoi spettacoli in Italia, Svizzera, Austria, Germania, Repubblica Ceca, Russia e Kazakistan.