Tagadà è un sistema relazionale che esplora la compresenza dei corpi in una condizione di distanza.
Ispirato alla dimensione virtuale in cui è possibile condividere uno spazio senza che avvenga un incontro reale, in Tagadà la connessione tra gli individui avviene senza una reciprocità riconoscibile.
L'idea nasce dall'osservazione del presente nel periodo di pandemia: un tempo in cui le relazioni si sono spostate radicalmente sulle piattaforme online e lo spazio virtuale ha acquisito un’importanza fondamentale in quanto luogo principale per le interazioni sociali, sia pubbliche che private.
L'intenzione di questo progetto è indagare questa condizione in termini coreografici. Dentro Tagadà le performer abitano lo stesso luogo senza mai incontrarsi e si condizionano a vicenda attraverso uno scambio indiretto di informazioni.
La musica suggerisce un ambiente lontano che con suoni sintetici e linee melodiche omogenee accompagna in un viaggio di astrazione dal reale mentre lo spazio è regolato da una struttura circolare in cui i corpi sono mossi da forze complementari in una dinamica orbitante di costante ubiquità.
L’intento di questo progetto è quello di superare l'idea di solitudine dando valore ai diversi possibili livelli di comunicazione e presenza scegliendo lo spazio pubblico per indagare le possibilità dei rapporti nella tensione tra reale e digitale.

Fabritia D’Intino (Foligno, 1986) è una danzatrice e coreografa. Si laurea presso L'Accademia Nazionale di Danza (Roma) e consegue il Bachelor in Dance presso ArtEZ (Arnhem, Olanda). Dal 2013 al 2019 coordina il Barcelona International Dance Exchange - BIDE curando le attività in Europa e America. Nel 2014 è tra gli artisti selezionati per il progetto EU Dance Moves Cities (Italia, Polonia, Lettonia) e il bando Movin’Up di G.A.I. (Argentina, Uruguay). Nel 2017 vince i premi In Generazione (Fondazione Fabbrica Europa) e TU 35 Expanded (Centro d’arte Contemporanea Luigi Pecci) con il solo “Wannabe” in collaborazione col musicista Federico Scettri. Nel 2019 debutta in Francia presso il Festival Le Grand Bain di Roubaix (Francia) con il quartetto “Plubel”, creato insieme a Clémentine Vanlerberghe e presentato al Théâtre De La Ville (Parigi), Sadler’s Wells (Londra) e Festival Avignon OFF 2021 (Avignone). Nel 2021 vince i Bandi Danza Urbana e Vetrina della giovane danza d’autore del Network Anticorpi XL con “Tagadà”, in collaborazione con Daria Greco, e “Plubel”. Dal 2020 collabora con i coreografi Giuseppe Vincent Giampino e Riccardo Guratti per il progetto “Booster” di Teatri di Vetro.
Oltre a lavori di scena e site specific si dedica anche alla realizzazione di progetti interattivi (“Discobox”, in collaborazione con Federico Scettri), partecipativi (“Museo Domestico” in collaborazione con Caterina Moroni) e installativi (“iWonder”).
Come danzatrice lavora con i coreografi Pietro Pireddu, Simone Sandroni, Giorgio Rossi, Riccardo Guratti, Salvo Lombardo e Giuseppe Vincent Giampino.
Dal 2018 fa parte della compagnia Chiasma (MIC) come danzatrice e artista associata.
Daria Greco (San Cesario di Lecce, 1986) è una danzatrice contemporanea e performer, impegnata stabilmente nelle produzioni del gruppo Chiasma di Salvo Lombardo, col quale collabora nel ruolo di interprete e curatrice delle coreografie.
Con Chiasma, organismo di produzione riconosciuto dal MIBACT, si muove fra danza, teatro e arti visive in Italia e all’estero grazie alle collaborazioni con Daniele Spanò, Luca Brinchi, Maria Elena Fusacchia e alle coproduzioni e le collaborazioni stabili come con il festival Oriente Occidente, Theatre National de Chaillot, Fabbrica Europa, Romaeuropa Festival, Aura International Dance Festival, Attakkalari Dance Festival, Short Theatre, Teatri di Vetro, Attraversamenti Multipli, Festival Corpi in Movimento, Versilia Danza e Lavanderia a vapore.
Sono del 2020 i debutti nelle produzioni Forest Reloaded (Italia) di Riccardo Guratti e Plubel (Francia) di Fabritia D’Intino e Clèmentine Vanlerberghe.
Dal 2007 al 2009 è stata ballerina nel programma televisivo Music Gate prodotto da RaiGulp in collaborazione con l'Antoniano di Bologna, registrato tra Bologna, Torino e Roma.
Tra i suoi progetti autoriali “Brava” (2014, Roma Pagine Aperte_ Atelier Montez), “Oleandro” (2015, Roma Fringe Festival), “Noyau” (2017, Roma, Festival Attraversamenti Multipli).
Dal 2020 è cofondatrice di Ostudio, spazio di lavoro nato da un progetto di coabitazione artistica nel quartiere di Roma Torpignattara, e dal 2018 di SiR_sharing in Roma, progetto di messa in rete e di condivisione di pratiche di ricerca rivolto ai performer nella capitale.
Federico Scettri (Roma, 1985) è batterista e compositore. Formatosi seguendo diversi insegnanti quali Fabrizio Sferra e Derek Wilson e frequentando i corsi presso l’Accademia Nazionale Siena Jazz, si esibisce in molte formazioni nell’ambito del jazz contemporaneo in Italia, Europa e America. Collabora con musicisti come Gianluca Petrella, Francesco Bearzatti, William Parker, Paolo Fresu, Jamaladeen Tacuma, Francesco Diodati e Giovanni Guidi. Ha registrato più di quindici dischi e in particolare dal 2007 al 2014 collabora intensamente con l'etichetta indipendente italiana "El Gallo Rojo". Nei diversi progetti spazia da artisti vicini alla scena pop (Patrizia Laquidara, Giovanni Truppi) a progetti più sperimentali (Pospaghemme, East Rodeo). Oltre alla batteria, dal vivo utilizza anche laptop e live electronics, strumenti con i quali si cimenta sia in formazioni allargate (Kolmitt) che in una performance in solo (Tools). Dal 2016 collabora stabilmente con la coreografa Fabritia D’Intino nei progetti “Wannabe”, “Discobox”, “Plubel” in collaborazione con Clémentine Vanlerberghe e Tagadà in collaborazione con Daria Greco. Attualmente collabora con la cantante Chiara Civello e diverse band quali "Cosmic Renaissance" (Gianluca Petrella), “Grace in Town” (Fabrizio Sferra e Costanza Alegiani) e “C’mon Tigre" (Marco Molinelli e Pietro Baldoni).