dal libro di Francesca Mannocchi e Gianluca Costantini (Mondadori 2019)
Come ha fatto l’artista-attivista Gianluca Costantini proponendo alla giornalista d’inchiesta Francesca Mannocchi di trasformare in un’opera di graphic journalism i suoi reportage, così ErosAntEros trasforma le potenti immagini e parole di Costantini-Mannocchi in uno spettacolo multidisciplinare, di forte impegno civile e di alto valore estetico, che crea l’occasione per confrontarsi con il poliedrico musicista Bruno Dorella.
Tre gli elementi fondamentali: voce, musica e disegni animati. Il tema è la Libia dei nostri giorni, ma una Libia diversa da quella dei telegiornali e dei social media:
È la Libia dei libici, la Libia delle code fuori dalle banche per procurarsi una moneta che non ha più valore. La Libia dei ragazzi che hanno combattuto il regime di Gheddafi e ora lo rimpiangono […]. La Libia delle madri ferme alla finestra in attesa di figli che non torneranno. La Libia degli anziani che hanno attraversato decenni di dittatura e si guardano sempre le spalle. La Libia della gente comune che subisce ogni giorno ricatti dei militari, abusi, rapimenti, e vive perennemente nel terrore.
Da un decennio la questione libica divide l’opinione pubblica: da un lato chi era favorevole all’intervento armato nel 2011, dall’altro i contrari; da un lato chi pensa che il flusso dei migranti verso le coste italiane vada fermato con ogni mezzo – compresi i centri di detenzione “legali” e illegali –, dall’altro chi ritiene che i migranti imprigionati in Libia abbiano il diritto di fuggire ed essere salvati. Bianco o nero; pieno o vuoto; tutto o niente. Ma come sempre la realtà è più complessa: occorre conoscerla. Questo spettacolo, come il libro da cui trae ispirazione, vuole essere un passo in più per farlo.
ErosAntEros nasce dall'unione di Davide Sacco, regista, e Agata Tomšič, dramaturg e attrice, nel gennaio del 2010. La loro ricerca artistica manipola fonti e linguaggi espressivi disparati, con l'obiettivo di agganciare il teatro alla vita e fare dell'immaginazione un’arma per trasformare il reale. La compagnia da loro guidata è composta da tutte le persone che volta per volta partecipano alla realizzazione dei loro progetti. Dopo i primi lavori concentrano le proprie indagini sul ruolo dell’artista all’interno della società contemporanea, perseguendo due principali linee di ricerca: una vicina al teatro musicale e focalizzata sul rapporto tra voce e suono (Sulla difficoltà di dire la verità, 2014), l’altra fondata sull’interrogazione drammaturgica del dispositivo teatrale e la relazione con lo spettatore (Come le lucciole, 2015). Nel 2016 producono con ERT - Emilia Romagna Teatro Allarmi!, uno spettacolo sul neofascismo contemporaneo, che debutta all’Arena del Sole di Bologna all’interno di VIE Festival. La loro dedizione a un teatro impegnato che non rinuncia al valore estetico della forma prosegue negli anni successivi con 1917, spettacolo poetico-musicale dedicato alla Rivoluzione d'Ottobre; Vogliamo tutto!, lavoro dedicato al Sessantotto e ai movimenti contemporanei; Sconcerto per i diritti, affondo sonoro-vocale sulla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea; CONFINI, coproduzione internazionale e multilingua sulla storia dell’Unione europea, le migrazioni del passato, l’emergenza climatica e il futuro dell’umanità. Dal 2018 dirigono a Ravenna POLIS Teatro Festival, ospitando artisti di rilevanza internazionale e realizzando progetti partecipativi che prevedono un forte coinvolgimento dei cittadini.