Oggi, decido di vestire me stessa della mia pelle. Il mio corpo travesti.
— Renata Carvalho
Il termine travesti, in America Latina, indica una precisa identità di genere che è anche politica e sociale, senza avere alcuna accezione negativa come accade in altri contesti.
In Manifesto Transpofágico — per la prima volta in Italia, grazie alla collaborazione di alcuni importanti festival, tra cui il Città delle 100 scale — l’attrice e regista brasiliana Renata Carvalho racconta la storia della "corporeità" di un soggetto in continua costruzione, interpellando le orecchie cisgender del pubblico e mescolando storia personale e temi collettivi. Ci invita a guardare il suo corpo travesti senza mediazioni: un corpo adottivo, fatto di ormoni, silicone artificiale e protesi al seno. Per parlare di persecuzioni, incarcerazioni di massa, censura, patologizzazione, aids, diaspora, violenza. E lo fa nutrendosi della sua stessa atavica eredità trans attraverso un atto transpofagico. Con la nozione di transpologia, Renata Carvalho intende denunciare le costruzioni sociali che investono le persone trans e che permeano l’immaginario comune costruito attraverso narrazioni tossiche, stereotipate e dai contenuti transfobici: “Non mi sono scoperta travesti, me lo hanno urlato contro”.
Renata Carvalho comincia ad occuparsi di questioni trans e travesti nel 2007, in veste di attivista per i diritti LGBT e umani e come volontaria. Fin dal 1996 lavora nel teatro, dedicandosi per dieci anni alla regia. Nel 2012 fa il suo debutto come attrice nel solo Inside Me Lives Another: l’artista rende il suo corpo un oggetto di studio e di dibattito, prospettiva che da lì in poi permea tutta la sua produzione artistica. Nel marzo 2017, Renata Carvalho fonda MONART — movimento nazionale per artist_ trans, e anche il Trans Representativity Manifest — Say YES to trans talent, che mira a una rappresentazione collettiva, inclusiva e stabile de_ artist_ trans e travesti negli spazi artistici e chiede di interrompere la pratica del transfake. Nello stesso anno, fonda anche Coletivo T, il primo collettivo artistico formato interamente da artist_ trans. Nel 2022 è stata premiata da CCXP Awards come miglior attrice per il film Vento Seco (2020), del regista Daniel Nolasco.