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Federico Zappino

Comunismo queer

21 settembre 2022, ore 17.00

Potenza, cappella dei Celestini

conferenza / ingresso libero

sezione Vertigini. Seduti sull'orlo dell'abisso


Conferenza pubblica
Modera Francesco Scaringi

È possibile contrastare le diseguaglianze e le ingiustizie sociali del sistema sociale ed economico capitalistico senza sovvertire innanzitutto le matrici dell’oppressione dalle quali è sorretto? Secondo il filosofo Federico Zappino, le forme di esclusione sociale, di sfruttamento e di povertà hanno un carattere sia universale – in quanto riguardano la stragrande maggioranza delle persone al mondo – sia particolare, in quanto assumono forme diverse a seconda del genere, della razza, della sessualità, dell’abilità psicofisica e di altre variabili.
Nel caso specifico dell’oppressione di genere e sessuale, la sua matrice è individuata da Zappino in ciò che definisce “modo di produzione eterosessuale”. L’eterosessualità, per il filosofo, non costituisce un semplice orientamento sessuale fra tanti, bensì una matrice epistemica e materiale, un modo di produzione delle persone strutturato in maniera gerarchica e piramidale da cui deriverebbero fenomeni noti – e tutt’altro che superati dall’affermazione delle società tardo-capitalistiche – quali le forme di odio, di violenza e di sfruttamento di genere e sessuale. Se l’omofobia, la transfobia, la bifobia, la lesbofobia e la misoginia persistono nelle odierne società capitalistiche è perché costituiscono il riflesso delle diseguaglianze e delle gerarchie di genere e sessuali strutturali nel modello socio-economico vigente. In Comunismo queer (pubblicato da Meltemi nel 2019 e appena tradotto in Francia da Syllepse), l’eterosessualità è descritta da Zappino come il modo di produzione delle risorse simboliche, materiali, soggettive e relazionali di cui il sistema capitalistico necessita per dispiegare il proprio dominio e per produrre e riprodurre diseguaglianze e ingiustizie sociali.

Ambire alla sovversione del modo di produzione eterosessuale significa dunque lottare contro il capitalismo a partire dalle sue cause più profonde anziché dai suoi effetti più immediati. «Se vogliamo lottare efficacemente contro il capitalismo – scrive Federico Zappino in Comunismo queer – dobbiamo farci carico delle singole modalità che lo sfruttamento o l’esclusione assumono, perché ciascuna di quelle modalità riferisce di una specifica matrice di oppressione che concorre nella definizione di ciò che, in termini generici, definiamo poi “sfruttamento”, “esclusione” e, innanzitutto, “capitalismo”. Non dobbiamo demandare al proletariato che vincerà la lotta di classe la successiva abolizione del modo di produzione eterosessuale. Noi dobbiamo piuttosto fare in modo che la nostra vittoria, in quanto proletariato, promani essa stessa dalla sovversione dell’eterosessualità. Quando noi lottiamo genericamente contro lo sfruttamento o contro l’esclusione, ci opponiamo al capitalismo inteso come inizio e come fine di ogni oppressione possibile o immaginabile. Quando noi lottiamo invece contro le specifiche forme che lo sfruttamento o l’esclusione assumono, ci opponiamo innanzitutto a ciascuna delle singole matrici di oppressione da cui il capitalismo trae necessariamente linfa e sostanza per affermarsi e riprodursi. In entrambi i casi, si potrebbe dire, “lottiamo contro il capitalismo”. Ma è solo nel secondo caso che ci concediamo la possibilità di opporci ad esso a partire da ciò che ad esso si pone come presupposto necessario. È solo nel secondo caso che ci opponiamo al capitalismo a partire dalle sue cause, anziché dai suoi effetti più immediati o visibili. Se in quanto minoranze di genere e sessuali già lo facciamo, d’altronde, è perché di quelle cause, ai più invisibili o incomprensibili, noi non cessiamo di subire gli effetti. In ciò consiste la differenza tra una qualunque forma di anticapitalismo e il comunismo queer».


Federico Zappino é uno dei più importanti filosofi del pensiero queer in Italia. Ha tradotto in italiano opere di Judith Butler, Eve Kosofsky Sedgwick e Monique Wittig, e le sue idee sono al centro del dibattito teorico-politico, non solo nazionale. Fra i suoi ultimi lavori, Il genere tra neoliberismo e neofondamentalismo (2016) e Comunismo queer (2019), tradotto in altre lingue.

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