Mal d'Agri 2019 un documentario di Mimmo Nardozza e Salvatore Laurenzana
A sei anni da Mal d’Agri i due autori si sono rimessi a lavoro per la sua continuazione naturale cosi come è naturale, ormai da vent’anni, estrarre petrolio in Val d’Agri. In questi sei anni sono accaduti fatti importanti degni di essere raccontati, in primis l’inchiesta denominata Petrolgate del 31 marzo 2016 della Procura di Potenza, il cui processo è partito a febbraio 2018. Un’indagine su di un presunto traffico illecito di rifiuti speciali in uscita dal Cova, il Centro Olio dell’Eni a Viggiano, che vede coinvolti tutti i livelli operativi Eni presenti all’epoca a Viggiano dal capo del distretto meridionale a maestranze adibite alle mansioni di controllo ambientale, coinvolti anche dirigenti della Regione Basilicata, dell’Arpab e imprenditori dell’indotto petrolifero. Altro evento importante è stato lo sversamento accertato nel febbraio 2017, di 400 tonnellate di greggio, da uno dei serbatoi del Cova incidente che ha cambiato definitivamente il rapporto di fiducia tra l’Eni e gli abitanti della Val d’Agri.
Mal d’Agri 2019 è un titolo non casuale per due motivi: sottolineare la data di scadenza della concessione di coltivazione petrolifera Val d’Agri, in capo ad Eni e SHELL, in data 26 ottobre 2019; il riferimento a Matera che sarà capitale europea della cultura proprio nel 2019. La cultura non può e non deve esimersi da valutazioni sull’ambiente e sullo stato di salute del suo territorio e con tale richiamo evidenziare lo scarso interesse che il mondo culturale lucano sembra dimostrare finora per l’habitat naturale particolare cui pure fa riferimento.
A due passi da Matera c’è la Val Basento, un sito Sin (Sito di interesse nazionale) che aspetta la bonifica dei terreni da anni. Il documentario vuole sottolineare “un modus operandi dell’Eni”, come lo definisce la magistratura, e prova a far chiarezza sull’illegalità ambientale scovata dall’azione giudiziaria dei pubblici ministeri di Potenza, a monitorare l’evoluzione delle condizioni di salute dei cittadini della valle, a parlare dell’occupazione nell’area e della qualità dell’occupazione, in particolare nell’indotto petrolifero. Il lavoro si chiude con un’analisi antropologica su quello che sta avvenendo con il procedere dell’attività estrattiva in Val d’Agri.
Mimmo Nardozza è un videomaker freelance, vive e lavora a Potenza; cronista sportivo dal 2006 ha poi iniziato una sua personale ricerca formativa sulla questione estrattiva della Basilicata che lo ha portato alla realizzazione nel 2012 insieme a Salvatore Laurenzana ad un primo documentario dal titolo Mal d’Agri. A distanza di sei anni con molteplici problemi dati dalla petrolizzazione massiccia della regione Basilicata ha, ancora una volta insieme a Salvatore Laurenzana realizzato un secondo documentario dal titolo Mal d’Agri 2019. Rimane molto interessato a tutte le tematiche connesse ai problemi ambientali della regione ed ora lavora a Potenza come direttore di produzione del festival multidisciplinare Città delle 100 scale.
Salvatore Laurenzana è un fotografo/video maker professionista vive e lavora a Potenza che opera da sempre in Basilicata, impegnato in una costante "fotografia critica" della sua regione per quanto riguarda la natura delle condizioni industriali. Ma al suo attivo ci sono svariate mostre fotografiche in più parti del territorio anche nazionale. Grandissima sensibilità nel suo punto di vista che rendono le sue fotografie ed i suoi lavori video molto attraenti e interessanti. È stato il direttore della fotografia e l’autore del montaggio in entrambi i documentari sul petrolio realizzati insieme a Mimmo Nardozza, Mal d’Agri e Mal d’Agri 2019.