Negli anni ’80 negli Stati Uniti venne scoperta fortuitamente e poi sperimentata la pratica del “circuit bending”, ovvero la modifica di strumenti musicali, giochi per bambini ecc. per fini musicali creativi.
Il gioco è semplice: alcune modifiche (in qualche modo controllabili con interruttori e potenziometri) possono cambiare la struttura, il comportamento della macchina e di conseguenza l’approccio di chi le utilizza. Arrivarono suoni nuovi dallo spazio profondo ma anche sorprendenti implicazioni filosofiche, ecologiche e politiche: macchine progettate e vendute per suonare le stesse musiche iniziarono invece a sognare e a suggerire il caos! Fu un punto di non-ritorno, dal momento che fu evidente come il rimosso della macchina era potente quanto sfuggente e che attraverso la logica dei corto-circuiti ci si poteva riprendere finalmente possesso della tecnologia… Il circuit bending ha sviluppato una storia nelle penombre della musica contemporanea ma a differenza del noise e della comune musica sperimentale (che spesso continua ad atterrire una parte dei suoi potenziali ascoltatori), la bent-circuit music – viste le premesse – è ribelle a qualsiasi classificazione estetica e comunica un desiderio di instabilità espressiva, di liberazione e – perché no – di allegra furia sonora. Rumori inconsulti, suoni da tastiera giocattolo, musica contemporanea, echi della prima musica elettronica ed altro ancora convivono all’interno di un sistema sonoro imprevedibile. Ragionando oltre, Il circuit bending sta alla Musica come il found-footage sta al Cinema.
La performance NagNagNag è basata sul suono di vecchie tastiere Casio modificate, sulle strutture di una drummachine e sulla griglia di una apposita proiezione video.
Il gruppo canecapovolto è stato fondato a Catania nel 1992 sul modello della confraternita filosofica. Nel 2016 canecapovolto fonda Scuola FuoriNorma per rendere più sistematico un progetto di nuova didattica su suono e immagine in movimento, microeditoria e linguaggi del contemporaneo. Attraverso varie esperienze che privilegiano la matrice scientifica della comunicazione e soprattutto la sua risposta nello spettatore, le tematiche affrontate da canecapovolto fanno costante riferimento all’universo sociale, con una considerazione particolare per la società dello spettacolo e l’Uomo-Massa, che rinsalda un legame con alcune pratiche di matrice situazionista. Video sperimentali, documentari, collages su carta, installazioni, radiodrammi, soundscape compositions e composizioni sonore realizzate attraverso il circuit bending… È tra le zone d’ombra tra ascolto e visione che canecapovolto ha sviluppato la sua identità e il suo messaggio. «Non possiamo ignorare la funzione repressiva dell’Arte in una Società che ha un disperato bisogno di astrazione e creatività per sopravvivere. Il nostro lavoro è il prodotto di questa consapevolezza».